Zelensky, 007 al lavoro: "Gira una voce", come finirà la guerra
“La guerra gli ucraini non la vinceranno mai, non riconquisteranno mai tutti i territori perduti”. Ne è convinto Alfredo Mantici, ex capo analista del Sisde ed esperto di intelligence. Negli ultimi tempi l’aria sta cambiando, soprattutto dalle parti degli Stati Uniti e della Nato. Volodymyr Zelensky continua a respingere ogni soluzione che non preveda una vittoria totale, ma c’è chi ritiene che l’inizio dei negoziati con la Russia sia solo questione di tempo.
“Questa sensazione - spiega Mantici in un’intervista rilasciata a Il Messaggero - comincia a farsi strada non solo a livello tecnico, ma anche politico. Allora si telefona all'amico giornalista che si presta a divulgare la cosiddetta ‘plausible deniability’, o negazione plausibile. Attraverso le fonti anonime s'inizia a far digerire all'opinione pubblica occidentale l'idea che questa guerra non finirà con la caduta di Putin né con la marcia trionfale dell'esercito ucraino nella Piazza Rossa”. Secondo Mantici il conflitto ucraino finirò con uno scenario coreano: “Una guerra congelata lungo una striscia di cessate il fuoco, magari per 70-80 anni”.
Secondo l’esperto Vladimir Putin “non voleva invadere tutta l'Ucraina, non avrebbe impiegato 160mila uomini se per la sola città di Berlino Stalin ne schierò 200mila e per la Cecoslovacchia, nel '68, furono 800mila. Putin voleva il Donbass e Mariupol, il collegamento via terra con la Crimea. È il momento di essere realisti. L'Ucraina non ha abbastanza uomini per riconquistare quello che ha perduto. Resistere fino all'ultimo uomo non ha senso, come non l'ha avuto accanirsi su Bakhmut, come l'intelligence americana ha sottolineato. Per attaccare, bisogna che la proporzione non sia alla pari ma di almeno 3 contro uno. La realtà di una guerra è come la gravidanza - ha chiosato - oltre un certo limite non si può nascondere”.