Cina in crisi, "conseguenze dolorose per tutti": l'esperto lancia l'allarme
"Il 'superciclo del debito', lo stesso che aveva messo in ginocchio gli Stati Uniti nel 2008 e l’Europa nel 2010, ora si abbatte sulla Cina. Le conseguenze possono essere molto dolorose per tutti": un'analisi non proprio rassicurante quella offerta dal macroeconomista Kenneth Rogoff, docente di Public policy ad Harvard, secondo cui i dati in arrivo da Pechino sono piuttosto allarmanti. La Cina, in effetti, sta affrontando un periodo complicato dal punto di vista economico: oltre alla bolla immobiliare, è alle prese anche con un rallentamento di export e consumi. E non è escluso che questa situazione possa finire col contagiare il resto del mondo.
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"In Cina, lo spazio medio per cittadino era di 7,1 metri quadrati nel 1990 e ha raggiunto i 48,7 metri quadri nel 2022, più o meno il “living space” di molte economie avanzate - ha spiegato l'esperto a Repubblica -. Buon per loro, certo, ma questo è stato ottenuto al costo di un massiccio indebitamento che renderà inevitabile per almeno i prossimi due decenni una contrazione dell’attività di costruzione, e anche di tutto il connesso settore dello sviluppo infrastrutturale". Il problema è che, a catena, seguiranno tutta una serie di criticità in vari settori, dall’occupazione alla finanza fino all’economia pubblica.
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Infine, parlando dei segnali di allarme lanciati dai due colossi immobiliari, Evergrande e Country Garden, Rogoff ha spiegato: "La teoria del 'superciclo del debito' sta prendendo il posto della 'stagnazione secolare', che peraltro non si è mai vista. In questo caso, invece, le ripercussioni saranno pesanti in tutto il mondo".
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