Vladimir Putin ci dichiara guerra, "offensiva fiscale": come colpisce l'Italia
Contrariato per dati economici sempre più deludenti, Putin ha deciso di vendicarsi con una “offensiva fiscale” contro i Paesi “ostili”. Da una parte, infatti, gli introiti di gas e petrolio in Russia nel primo semestre dell’anno, sono crollati del 41,4%. fino all’equivalente di 43,4 miliardi di dollari. Lo ha ammesso lo stesso ministero delle Finanze, spiegando che il crollo è dovuto «al termine di paragone elevato dell’anno precedente, al declino dei prezzi delle miscele di petrolio degli Urali e alla riduzione dei volumi del gas esportato». Dall’altra, l’agenzia Ria Novosti annuncia che la Russia sospenderà parzialmente gli accordi fiscali con i “Paesi ostili”, tra cui anche l'Italia. È quanto prevede un decreto firmato dal presidente russo, Vladimir Putin.
"Gruppo paramilitare schiaro alla frontiera": Nato in guerra, mai così vicini
«Sulla base della necessità di adottare misure urgenti in relazione alla commissione di azioni ostili da parte di un certo numero di Stati stranieri contro la Federazione Russa, i suoi cittadini e le persone giuridiche si sospendono le disposizioni dei trattati Il Cremlino internazionali della Federazione Russa», in materia fiscale. Così è stata congelata l’attuazione delle principali disposizioni degli accordi che disciplinano la tassazione dei beni mobili e immobili, dividendi, interessi, redditi da servizi e diritti d'autore, compensi e redditi da lavoro dipendente, nonché la tassazione del capitale. Sono inoltre sospesi gli articoli relativi agli incentivi fiscali, nonché le norme non discriminatorie, secondo le quali i contribuenti dei Paesi aderenti agli accordi non dovrebbero pagare tributi più onerosi di quelli locali. 38 i Paesi colpiti: Usa, Polonia, Corea del Sud, Bulgaria, Svezia, Lussemburgo, Romania, Regno Unito, Ungheria, Irlanda, Slovacchia, Albania, Belgio, Slovenia, Croazia, Canada, Montenegro, Svizzera, Repubblica Ceca, Danimarca, Norvegia, appunto Italia, Finlandia, Germania, Francia, Macedonia, Cipro, Spagna, Lituania, Islanda, Austria, Portogallo, Grecia, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Malta e Giappone.
Altro segnale della volontà di reagire alle difficoltà col colpire in tutti i modi possibili: il servizio di sicurezza ucraino ha comunicato di aver sventato un tentativo da parte di hacker russi di penetrare nel sistema informativo di combattimento delle forze armate ucraine E c’è pure una nuova strage di civili, con almeno otto ucraini morti nell’attacco missilistico russo su un palazzo della città orientale di Pokrovsk, mentre risuonava l’allarme antiaereo in sei regioni del Paese. Kiev nega che a Pokrovsk sia stato colpito un centro di comando militare ucraino, come sostiene il ministero russo della Difesa.
Flotta russo-cinese minaccia gli Stati Uniti: il mondo è sull'orlo del caos
Zelensky, in un video postato sul sito web della presidenza, risponde minacciando nuovi colpi nel Mar Nero. «Se la Russia continua a dominare il Mar Nero, al di fuori del suo territorio, bloccandoci o sparando di nuovo, lanciando missili sui nostri porti, l'Ucraina farà lo stesso. Questa è una giusta difesa delle nostre possibilità, di qualsiasi corridoio. Non abbiamo così tante navi. Ma dovranno capire chiaramente che entro la fine della guerra avranno zero navi, zero». Un drone kamikaze ucraino ha colpito il monastero Gornalsky di San Nicola nella regione russa di Kursk, causando il ferimento di un bambino. Potenti esplosioni si sono sentite a Dzhankoi in Crimea, e un'altra forte deflagrazione è stata sentita a Oktyabrskoye, nel distretto russo di Konstantinovsky. Il 24 luglio scorso l'intera zona di Dzhankoi era stata evacuata in seguito a un attacco ucraino che aveva colpito un deposito di munizioni. Il ministero della Difesa di Kiev aveva reso noto che l'attacco aveva distrutto missili da crociera russi destinati alla flotta del Mar Nero di Mosca. La situazione è comunque tale che Ella Pamfilova, capo della Commissione Elettorale russa, ha ammesso che forse sarà il caso di rinviare le elezioni del 10 settembre nelle “nuove regioni” annesse all’Ucraina.