Niger, l'ex diplomatico: "Il golpe un pericolo per l'Europa"
Pierre Jacquemot, ex ambasciatore francese in Kenya, nel Ghana e nella Repubblica democratica del Congo in una intervista a La Stampa lancia un inquietante allarme: "Quello che sta accadendo in Niger è un problema che non riguarda solo la Francia ma anche gli europei e gli americani presenti militarmente nella regione, dove il rischio insicurezza potrebbe aumentare". Quindi "se i militari golpisti dovessero rimanere al potere e rimettere in discussione gli accordi di cooperazione militare, la situazione diventerebbe molto grave".
Quello che sta succedendo in Niger può destabilizzare tutto il Sahel "soprattutto se verranno a mancare gli aiuti delle forze straniere, capaci di intervenire rapidamente, fornire materiale tecnologico, come i droni, e portare avanti un lavoro di intelligence militare", prosegue l'ex diplomatico. I russi, spiega ancora, "pagano i giovani disoccupati, gli danno qualche cartellone, delle bandiere, gli dicono cosa gridare e li mandano davanti alle ambasciate o ai centri culturali francesi. È già successo a Ouagadougou. Lì l'ambasciatore di Francia ha chiaramente visto dei russi tra i manifestanti".
Il problema è che Mosca "interviene nei Paesi in crisi. Lo abbiamo già visto nella Repubblica centrafricana, in Sudan, in Mali e forse nel Burkina Faso. Ci hanno provato anche in Mozambico, ma non ha funzionato. Sono Stati fragili, guidati da militari incompetenti e incapaci di assicurare la sicurezza. Ma hanno risorse minerarie che interessano alle compagnie russe. Bamako, ad esempio, ha a disposizione importanti giacimenti d'oro, mentre in Niger c'è l'uranio, sebbene la Russia ne abbia già molto sul suo territorio".