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Vladimir Putin, lo schiaffo africano: come è stato umiliato a Mosca

Mirko Molteni
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Nel mobilitare un’economia di guerra, la Russia consolida il suo retroterra con alleati come Corea del Nord e Iran, ma anche con alcuni paesi africani. Oggi e domani, a San Pietroburgo ecco il 2° Forum Russia-Africa. Vi partecipano metà delle nazioni presenti al 1° Forum, nel 2019 a Sochi. Altri tempi, allora arrivarono in Russia 43 statisti del Continente Nero. Stavolta, secondo il consigliere Esteri del presidente Vladimir Putin Yuri Ushakov, sono 21 i leader africani. Già ieri sono arrivati il premier etiope Abiy Ahmed e il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, che hanno incontrato Putin in bilaterali separati. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha ammesso «la riduzione del numero dei partecipanti», incolpandone «l'interferenza palese e odiosa di Stati Uniti, Francia e altri paesi, con le loro missioni diplomatiche nei Paesi africani e pressioni sulle loro leadership». In sostanza, l'Occidente ha spinto varie nazioni a disertare l'invito di Putin. Che con questo forum vuole rassicurare gli importatori di grano russo, come l'Egitto, sulla continuità delle forniture, dopo la fine dell'accordo sull'export di cereali dal Mar Nero, nonché garantirsi fonti di metalli strategici. Fra i presenti, Senegal, Sudafrica e quel Mali in cui i mercenari Wagner restano lo stivale di Mosca sul terreno.

 

 

 

Intanto è andato in Corea del Nord il ministro della Difesa Sergei Shoigu, dopo aver salvato la sua poltrona dalla ribellione della Wagner. Ha parlato col ministro della Difesa nordcoreano Kang Sun Nam della “collaborazione militare” cioè di forniture di munizioni di formato ex-sovietico che dagli arsenali nordcoreani hanno preso la via della Russia, con convogli ferroviari documentati da foto satellitari. Oggi a Shoigu s’aggiungerà una delegazione cinese guidata da Li Hongzhong, per festeggiare insieme al dittatore nordcoreano Kim Jong Un la festa del 70° anniversario dell'armistizio che il 27 luglio 1953 chiuse la guerra di Corea.

 

 

 

La Russia sta anche concretizzando con l'Iran la costruzione di una nuova fabbrica di droni iraniani Shahed e Mohajer, destinati ad attacchi di massa sull'Ucraina. Per la DIA, Defense Intelligence Agency, il servizio segreto delle forze armate USA, sorgerà a Elabuga, 1000 km a Est di Mosca, nella repubblica dei Tartari: «Una volta completa la fabbrica avrà un impatto sulla guerra in Ucraina». Infatti le difese aeree di Kiev, che pure ieri hanno abbattuto su Vinnytsia due missili Kalibr lanciati da un sottomarino russo, potrebbero essere distratte e saturate da un numero eccessivo di droni. In serata missili ipersonici Kinzhal lanciati da caccia Mig-31 hanno colpito le regioni di Khmelnytskyi, Kirovohrad e Leopoli.

 

 

 

Al fronte è stato ferito su un campo minato l'ex-marine USA Trevor Reed, che era stato in galera in Russia dal 2019 al 2022, e poi rilasciato con uno scambio di prigionieri. Reed era poi andato in Ucraina come volontario. Le truppe di Kiev avanzano di 500 metri presso Staromaiorske. Ma, secondo Mosca, «a Krasny-Liman la 15° Brigata russa è avanzata di 1,5 km conquistando Sergeyevka e nel settore di Zaporizhia abbiamo stroncato un attacco massiccio nemico distruggendo 22 carri armati». 

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