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Niger, "golpe in corso: catturato il presidente". Bomba migratoria sull'Italia

Roberto Tortora
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In Niger è caos totale per via del colpo di Stato organizzato e attuato dai militari della Guardia presidenziale, che hanno destituito il primo cittadino, Mohamed Bazoum, hanno chiuso le frontiere terrestri e indetto un coprifuoco notturno dalle 22 di sera alle 5 del mattino, bloccando le attività di tutte le istituzioni del Paese. L’annuncio è arrivato in diretta televisiva, questo il comunicato letto dal colonnello Amadou Abdramane: “Noi, le forze di difesa e di sicurezza riunite all'interno del Cnsp, abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete. Ciò segue il continuo deterioramento della situazione della sicurezza, il cattivo governo economico e sociale”. Il colonnello ha rassicurato poi “la comunità nazionale e internazionale riguardo all'integrità fisica e morale delle autorità deposte in conformità con i principi dei diritti umani".  

Il golpe è stato rapido, al mattino i membri della Guardia presidenziale si sono ammutinati e hanno circondato il palazzo del presidente nella capitale Niamey. Anche la casa di Bazoum è stata bloccata, all’interno ovviamente il numero uno del Niger e la sua famiglia. La scintilla che ha fatto esplodere la rivolta sarebbe da ricondurre all’intenzione di Bazoum di destituire il comandante della Guardia presidenziale, il generale Omar Tchiani.

Rapida la reazione degli Stati Uniti, che hanno chiesto subito la liberazione del presidente, per voce del segretario di Stato Antony Blinken, al momento in visita in Nuova Zelanda: “Stamattina ho parlato con Bazoum e ho chiarito che gli Stati Uniti lo sostengono con forza come presidente democraticamente eletto del Niger. Chiediamo il suo rilascio immediato". Il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha condannato il colpo di Stato: "Il segretario generale Antonio Guterres segue da vicino la situazione in Niger. Condanna con la massima fermezza qualsiasi tentativo di prendere il potere con la forza e di minare il governo democratico, la pace e la stabilità in Niger". Anche l'Italia guarda con timore i fatti in Niger, dove la destabilizzazione potrebbe innescare una fortissima ondata migratoria che potrebbe abbattersi sulle nostre coste, quelle di uno dei Paesi di primo approdo.

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