Gruppo Wagner, la Polonia ammassa truppe al confine: la grande paura
"I mercenari della Wagner iniziano a stressarci, chiedono il permesso di andare a ovest", ha detto provocatoriamente il presidente della Bielorussia Aljaksandr Lukashenko sostenendo che i miliziani di Prigozhin vorrebbero fare "un'escursione a Varsavia e a Rzeszow" ma che lui li trattenga "nel centro della Bielorussia, come concordato" con Putin. Ironizza il presidente, ma a Varsavia hanno preso le sue parole come una minaccia.
Tanto che il premier polacco, rivela la Stampa, ha ordinato il rafforzamento dei propri confini con la Bielorussia schierando nelle sue regioni occidentali altri mille militari e 500 poliziotti. Il governo polacco considera infatti i mercenari della Wagner "una potenziale minaccia" trovando sponda nel gruppo di monitoraggio Belaruski Hajun che sostiene che migliaia di mercenari della Wagner sarebbero già giunti in Bielorussia. La Bbc inoltre ha pubblicato immagini satellitari che mostrerebbero l'arrivo in un campo militare bielorusso di un grande convoglio di presunti miliziani della Wagner. Anche le guardie di frontiera ucraine sostengono che gruppi di mercenari sarebbero giunti in Bielorussia. "In considerazione della difficile situazione vicino ai confini della repubblica, è particolarmente importante essere pronti a rispondere a potenziali sfide e minacce", ha detto il ministro dell'Interno bielorusso Kubrakov.
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Da parte sua Lukashenko non pare certo voler gettare acqua sul fuoco. Anzi, la settimana scorsa il suo ministero della Difesa ha annunciato un addestramento congiunto di miliziani Wagner e soldati bielorussi nel campo di tiro di Brest, cioè ad appena cinque chilometri dal confine polacco. L'ipotesi che il misterioso accordo che un mese fa ha messo fine all'ammutinamento della famigerata compagnia Wagner, si legge sulla Stampa, potrebbe essere ora in fase di attuazione. Almeno nella parte che prevede che i mercenari che lo vogliano possano trasferirsi in Bielorussia assieme al loro capo "ribelle", Yevgeny Prigozhin. Per far cosa? "Un'aggressione militare diretta contro la Polonia è impensabile sia da parte della Russia sia da parte della Bielorussia", ha spiegato nei giorni scorsi a La Stampa la politologa dell'Ispi Eleonora Tafuro Ambrosetti, aggiungendo che Minsk però "ha ormai una tradizione di provocazioni, di tentativi di destabilizzare". L'analista ritiene che "Putin, facendo vedere che verrebbe in aiuto della Bielorussia", voglia "intimorire verbalmente la Polonia e far vedere che la Russia è al fianco dei suoi alleati".
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