Sebbene da Kiev arrivino notizie confortanti sulla controffensiva ucraina, Domenico Quirico è convinto che la guerra abbia perso tutti i suoi obiettivi e che l’unica cosa rimasta da fare è trattare con Vladimir Putin. Instaurare un dialogo appare però difficile, quasi impossibile, perché le parti in causa non smettono di perseguire i rispettivi obiettivi, per quanto appaiano irraggiungibili. Quirico ha fatto su La Stampa il punto di una situazione che al momento appare senza via di uscita.
Putin, la profezia di Caracciolo: "Le élite militari sono già al lavoro"
"Putin lo conosce molto bene dai tempi di gioventù a San Pietroburgo, dove aveva stabilito dei rapporti impr...“L'obiettivo russo - ha ricordato - era la egolatrica cancellazione dell'Ucraina come soggetto indipendente e anti-russo e la sostituzione di Zelensky con qualche manovrabile vassallo che accetti moscoviti beneplaciti padronali. Il dichiarato obiettivo ucraino era speculare: riprendersi quanto perduto dal 2014 e ottenere infrangibili e automatiche garanzie, soprattutto militari, dagli Stati Uniti. Lo scopo di Washington e dei suoi alleati più maneschi, Inghilterra, Polonia e baltici, si fissava nella sconfitta-esecuzione di Putin e nella usura irrimediabile della potenza militare ed economica russa. Dopo 500 giorni - ha sottolineato - nessuno di questi scopi esiste più”.
Bakhmut, "nemico russo in trappola: abbiamo il controllo", trionfo ucraino?
“Il nemico è in trappola e la città viene posta sotto il controllo delle forze di difesa”. &Eg...“Mosca - ha spiegato Quirico - non riuscirà più a rimettere sotto controllo Kiev diventato uno Stato militarizzato. Ma la riconquista dei territori rubati, a sua volta, è fuori portata per l'esercito ucraino pur imbottito di tutte le armi dell'Occidente: semplicemente perché è al di sopra delle sue forze. L'annientamento della Russia come potenza militare, poi, richiederebbe un intervento diretto della Nato, difficile da far accettare come necessario alle opinioni pubbliche occidentali comodamente non belligeranti. E urta comunque con la spinosa realtà delle cinquemila atomiche russe”.