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Prigozhin, altro schiaffo a Putin: "Chiude la fabbrica dei troll"

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La fabbrica dei troll di Evgheny Prigozhin chiude. È la fine di un'era. Il numero uno del Gruppo Wagner ha sciolto la sua holding dei media Patriot. Al cui interno c'era l'agenzia più famosa di Prighozhin, RIA FAN, ma c'era anche, appunto, la fabbrica dei troll. La stessa che, a detta dello "chef di Putin" avrebbe interferito nelle elezioni degli Stati Uniti. Così come lui ammise. "Sì. Abbiamo interferito, stiamo interferendo e continueremo a farlo. In modo attento, accurato, chirurgico e a modo nostro, come sappiamo fare". 

 

 

Una brutta notizia per il Cremlino, perché seppur il regime teneva d'occhio l'azienda, alla fine le faceva comodo. "Un gruppo di pubblicazioni di notizie patriottiche russe che combinano i media e altre risorse, sia in Russia che all'estero, che promuovono un'agenda filo-russa", definivano l'uso dei troll i vertici russi. Intanto si cerca di capire il da farsi, ossia se sciogliere o meno le milizie. Sì, perché se Putin pensava di poter solo guadagnare dai mercenari, in fretta ha dovuto ricredersi. 

 

 

Dispiegare milizie di "volontari" in Ucraina nell’ultimo anno - ricorda La Stampa - gli aveva consentito di reclutare nuove forze senza dover indire una seconda impopolare mobilitazione. Eppure, all’indomani del tentato golpe, analisti e parlamentari sono concordi: bisogna cambiare rotta, sciogliere o legalizzare le compagnie militari private. D'altronde, senza le forze di Wagner e non solo, come finirà la guerra? Basta pensare che lo zar si diceva certo che in breve tempo si sarebbe preso i territori interessati. E invece...

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