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Russia, la sfida finale di Biden: "Missili a lunga gittata", tutto stravolto

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Gli Stati Uniti stanno valutando la consegna all’Ucraina di un sistema missilistico a lungo raggio, l’Atacms. Lo hanno riferito funzionari americani ed europei al Wall Street Journal. Questo sistema di difesa missilistica ha una gittata fino a 300 chilometri e può essere in grado di colpire molto dietro le linee del fronte, anche in territorio russo. Il presidente americano Joe Biden non ha ancora firmato il trasferimento, anche perché alcuni funzionari statunitensi temono che l’Ucraina possa usarlo per colpire il territorio russo e intensificare il conflitto.

I missili Atacms, lanciati dal lanciatore Himars, consentirebbero alle forze ucraine di colpire i nodi russi per la logistica, il comando e il controllo ben oltre le linee del fronte. I missili a guida di precisione possono colpire obiettivi localizzati dal Gps identificati dall’intelligence con precisione millimetrica, impedendo alla Russia di mettere le sue operazioni di retroguardia fuori dalla portata dell’Ucraina. La portata a lunga gittata dei missili costringerebbe probabilmente la Russia a ritirare rifornimenti e posti di comando a più di 300 chilometri dal fronte, rendendo più difficile il rifornimento delle truppe da battaglia. I funzionari citati dal Wall Street Journal hanno affermato che la consegna dei missili a lungo raggio è in attesa di essere approvata, mentre l’amministrazione Usa sta valutando la situazione sul campo in Ucraina.

Intanto i funzionari europei hanno esercitato pressioni private su Washington perché consegni sistemi missilistici a più lungo raggio. La loro speranza è che, come gli Stati Uniti hanno invertito la rotta su altre armi, inclusi i carri armati Abrams e i lanciatori del sistema missilistico di artiglieria ad alta mobilità, o Himar, lo avrebbero fatto per i missili Atacms. Funzionari ucraini ritengono che il sistema sia necessario anche per colpire la Crimea, la penisola occupata dalla Russia e che viene usata come base per lanciare droni di fabbricazione iraniana, secondo dichiarazioni pubbliche degli Stati Uniti e dei suoi alleati europei. 

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