Russia, "distruzione e destabilizzazione": la Molodva svela la mossa di Putin
La Russia vuole destabilizzare la situazione in Moldova. Lo ha detto chiaramente il ministero degli Esteri moldavo Nicu Popescu rispondendo a distanza alle accuse della portavoce della diplomazia di Mosca, Maria Zakharova, secondo cui la Moldova "sta perseguendo una politica di distruzione delle relazioni russo-moldave e di complicazione dei legami umanitari tra i due paesi". Secondo il Cremlino Chisinau usa "doppi standard" quando dichiara la necessità di ridurre il numero dei diplomatici russi nel Paese.
Mosca, in particolare, chiede a Chisinau di tenere conto degli interessi dei propri cittadini e di non ostacolare lo sviluppo di contatti umani e legami interregionali con la Russia. Il ministero degli Esteri russo ha invitato la Moldova a porre fine alla retorica conflittuale anti-russa nel Paese, aggiungendo che la Russia è determinata ad avere relazioni amichevoli con la Moldova e non gradisce che il paese venga utilizzato per scopi anti-russi.
I rapporti tra Russia e Moldova sono peggiorati dopo che la presidente filoeuropea Maia Sandu è salita al potere a Chisinau alla fine del 2020. Il perché è presto detto: la Moldavia equivale all’Emilia-Romagna e alle Marche mese insieme e ha meno abitanti di Roma. E un quinto di loro vive nell’autoproclamata Repubblica Moldava di Pridniestrov, nota come Transnistria. Una striscia strettissima di territorio lunga 200 chilometri lungo la sponda orientale del fiume Nistro che ospita sul suo territorio circa 1000 soldati dei Mosca a sorvegliare i depositi di armi lasciate più di trent’anni fa dalla 14° armata russa. Il personale russo presente in Transnistria non ha possibilità di rotazione dato che dovrebbe attraversare i territori della Nato o dell’Ucraina.