Cremlino, "non si può escludere": la mano dell'Occidente dietro il "golpe"?
L’intelligence statunitense era al corrente dei piani di Evgenij Prigozhin, ma a quanto pare se li era tenuti per sé, non condividendoli nemmeno con l’Ucraina per evitare che un’eventuale intensificazione della controffensiva potesse essere interpretata dal Cremlino come un appoggio indiretto alla rivolta del gruppo Wagner. È quanto emerge dalle fonti interpellate dalla Cnn, secondo cui gli 007 americani sapevano anche come e dove i mercenari di Prigozhin intendevano avanzare verso Mosca.
Viktor Zolotov, direttore della Guardia Nazionale russa, ha però dato un’altra interpretazione nel corso della conferenza stampa: a suo dire è possibile che i servizi speciali stranieri siano stati coinvolti nell’organizzazione della rivolta. Quest’ultima sarebbe quindi stata “ispirata dall’Occidente”: Zolotov lo ha dedotto dal fatto che sia i media occidentali che le fonti dal campo di Prigozhin avessero riferito della possibilità di una rivolta prima ancora che venisse effettivamente messa in pratica. “Non escludo che ci fossero agenti dei servizi segreti occidentali”, ha ribadito Zolotov.
Dalla Cnn filtra però che soltanto gli americani e un numero molto ristretto di alleati erano a conoscenza dei piani di Prigozhin. Le informazioni a riguardo erano altamente classificate, tanto che anche all’interno degli Stati Uniti erano a disposizione soltanto dei vertici dell’amministrazione Biden e di alcuni membri selezionati del Congresso. Le autorità ucraine sarebbero invece state tenute del tutto all’oscuro per evitare di innervosire ulteriormente il Cremlino.