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Titan, la mamma del 19enne morto: "Dovevo esserci io sul sommergibile"

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"Per 96 ore abbiamo sperato di ricevere la buona notizia, poi ho capito...": a parlare è Christine, mamma di Suleman Dawood e moglie di Shahzada Dawood, due delle cinque persone morte a bordo del Titan, il sommergibile che si era inabissato per andare a vedere da vicino il relitto del Titanic sul fondo dell'oceano e che poi è imploso dopo l'immersione. La donna, intervistata dalla Bbc, ha rivelato che all'inizio doveva esserci lei sul sottomarino. Solo in un secondo momento avrebbe ceduto il posto al figlio di 19 anni. 

 

 

 

Christine ha anche detto di non avere mai perso la speranza. Lei e sua figlia Alina, di 17 anni, erano a bordo della nave da cui poi si è staccato il Titan. "Quando la comunicazione è andata via, nessuno era preoccupato e, quindi, nemmeno noi", ha rivelato la donna. Che poi ha aggiunto: "Abbiamo riso e scherzato per ore con tutto l'equipaggio e i familiari delle altre vittime, nessuno aveva capito cosa si stava consumando". 

 

 

 

"Io e mio marito avremmo dovuto immergerci con il Titan nel 2020, poi il Covid bloccò tutto - ha raccontato ancora Christine -. E alla prima occasione ci hanno richiamati, ma a quel punto Suleman voleva a tutti i costi andare con suo papà per realizzare il record con il cubo di Rubik. Avrei dovuto esserci io là sotto e non mio figlio e non mi perdonerò mai di averlo mandato verso la morte". E infine: "Ho fatto un passo indietro per accontentarlo... nessuno di noi pensava potesse essere pericoloso".

 

 

 

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