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Prigozhin rompe il silenzio: "Non era un golpe ma una protesta", colpo di scena

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"La marcia ha mostrato che nel paese c’è un evidente problema di sicurezza”: Evgenij Prigozhin, leader della Wagner, è tornato a parlare dopo il tentato golpe in Russia. E le sue prime parole sono relative proprio a quanto successo sabato scorso. L'ex cuoco di Putn, in un messaggio, ha spiegato anche che la marcia verso Mosca - poi interrotta grazie alla mediazione del leader bielorusso Lukashenko - “non serviva a prendere il potere e rovesciare il governo ma a denunciare una cattiva conduzione delle operazioni militari in Ucraina”. La sua, insomma, sarebbe stata solo un'operazione dimostrativa.

Nel suo messaggio di undici minuti il capo della compagnia Wagner ha detto, poi, che la marcia dei suoi uomini è “stata una marcia per la giustizia”. E ancora: "I civili incrociati dai miei uomini nel corso della marcia verso Mosca, poi arrestatasi, sostenevano la Wagner”. In diversi video diffusi sabato scorso, in effetti, si è vista la folla acclamare gli uomini della compagnia. Nel frattempo, pare che in Bielorussia si stia costruendo un campo militare in grado di ospitare 8mila mercenari della Wagner, secondo quanto reso noto dal giornale indipendente bielorusso Verstka. Che ha precisato: "I lavori hanno preso il via a Osipovichi, a 200 chilometri dal confine con l'Ucraina".

 

 

 

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