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Prigozhin ha umiliato Putin? "A chi lascerà il potere lo zar"

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Per la prima volta in tutto il suo "regno", Vladimir Putin oggi deve fare i conti con la propria cessione di potere. Non come farsa democratica (quando organizzò la staffetta con Medvedev per poter tornare poi comodamente al Cremlino aggirando la legge), ma come esigenza, garanzia di sopravvivenza. Il golpe a metà di Evgeni Prigozhin andato in scena sabato, infatti, ha certificato come il potere del dominatore della Russia sia "attaccabile". E lo dimostra la reazione dello stesso presidente russo: prima, per intimidire i soldati ribelli, li ha definiti traditori ordinando di "neutralizzare", cioè uccidere Prigozhin, quindi vista la malaparata pur di fermare la Wagner, arrivata a 200 chilometri dalla Capitale, ha dovuto trovare un accordo con Prigozhin. A questo punto, cosa sarà del suo ex "cuoco" non è più così fondamentale. Quel conta è il contenuto del loro accordo, che certificherebbe la debolezza del grande capo. 

 

 

 

"Se hanno ragione tantissime fonti nel mondo wagneriano che abbiamo consultato, via chat, o entrando in canali chiusi - scrive Jacopo Iacoboni sulla Stampa -, dell’accordo tra Prigozhin e Putin fa parte, senza formula dubitativa, che Shoigu e Gerasimov sono out. Questione di tempo, dicono". Vale a dire, i due uomini di fiducia che Putin aveva posto al ministero della Difesa e nel ruolo di capo di Stato maggiore, i due vertici militari del regime. "Secondo queste fonti - si legge -, Prigozhin ha dimostrato che può prendersi tutto, ma non vuole le macerie della Russia, vuole ereditare un sistema in qualche modo ancora in piedi".

 

 

 

Secondo una fonte governativa, Putin però non cederà subito: "Non asseconda quasi mai le circostanze e non cede alle pressioni". Ma già si parla del futuro, probabile sostituto di Shoigu. Iacoboni riporta il parere di Rybar, ex funzionario della Difesa russa: il prossimo ministro della Difesa dovrebbe essere Aleksey Dyumin, governatore della regione di Tula, ex guardia del corpo personale di Putin tra 1999 e 2007, in ottimi rapporti da sempre con Wagner e con Prigozhin. "Konstanin Sonin, politologo all’Università di Chicago - prosegue la Stampa -, ricorda che Dyumin «è un ex comandante dell’intelligence militare (Wagner è soprattutto GRU) e uno degli operatori in loco durante l’annessione della Crimea nel 2014». Da molti è considerato il braccio politico, diciamo così, di Wagner". Esperienza sul campo in Crimea tra 2013 e 2014, non è un caso che Dyumin sia stato uno dei governatori che non hanno registrato l’appello a Prigozhin a fermarsi.

 

 

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