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Russia, "rottura della catena di comando": come può iniziare l'Apocalisse nucleare

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"Profonde crepe dentro al Cremlino": sono state queste le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken sul golpe (fallito) in Russia. Uno scenario di incertezza che continua a inquietare Washington come l'Europa, e non a caso il diktat di tutti i leader occidentali è stato quello di non sbilanciarsi, non lanciare provocazioni contro Vladimir Putin né, ovviamente, parteggiare per il ribelle Evgeni Prigozhin, il capo del Gruppo Wagner giudicato all'unanimità ancora più pericoloso e instabile dello Zar. 

 

 

 

Secondo Matthew Kroenig, esperto dell'Atlantic Council di Washington, ex analista della Cia e stratega su deterrenza e nucleare al Pentagono nelle Amministrazioni Bush, Obama e Trump, intervistato dalla Stampa, il vero rischio è quello relativo all'enorme armamento nucleare a disposizione della Russia. Quelle armi "sono custodite in basi militari. In un clima di guerra civile o di rottura della catena di comando, scenario quest'ultimo non ancora escluso, i soldati potrebbero lasciare le basi, disertare, schierarsi con i rivoltosi, magari prendere il materiale nucleare e venderlo sul mercato internazionale all'Iran o ai terroristi per citare due possibili acquirenti. La sicurezza degli arsenali è vitale e in situazioni come quelle che sta attraversando la Russia, l'attenzione Usa è ancora più forte. E il livello di pericolo è enorme".

 

 

 

Il rischio riguarda l'Ucraina per prima: usare armi nucleari tattiche in guerra "servirebbe a Putin per rovesciare il tavolo, uscire dall'angolo e fare una mossa che gli consentirebbe forse di confermare il suo potere".
 

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