Russia, il generale Jean: "Putin un vero pir***a, si è messo in trappola da solo"
Uno dei più noti esperti militari italiani, il generale Carlo Jean è anche un conoscitore della Russia di prima mano. Come ci ricorda, «sono stato diverse volte allo Stato maggiore russo, soprattutto all'Accademia dello Stato maggiore a fare conferenze o a sentire conferenze, e ho fatto conoscenza con diversi generali russi. E come presidente della Sogin, la Società Gestione Impianti Nucleari, ero stato incaricato della Global Partnership per il programma di smantellamento dei missili nucleari ex-sovietici della flotta del Nord, che erano una specie di bomba ecologica nel Mar Bianco e nel Mar di Barents».
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«Prigozhin ha avuto molto spazio da parte di Putin. Molto verosimilmente, perché la Wagner, così come altre compagnie militari private in Russia, venivano utilizzate da Putin per frenare l'esercito che molto verosimilmente, almeno negli alti gradi, è contrario alla guerra in Ucraina ed è contrario alla conduzione della guerra da parte di Putin. Ma Prigozhin si è chiaramente montato la testa, e ha pensato di divenire lui il campione del radicalismo nazionalista russo. Esagerando, perché così si è scontrato con la maggioranza dello Stato maggiore. Non tutti, perché ad esempio Prigozhin è stato sostenuto da quel generale Surovikin che comandava in Ucraina e che adesso è diventato vice di Gerasimov, dopo aver distrutto Aleppo. Lo ha sostenuto contro la strategia tutto sommato abbastanza moderata seguita dallo Stato maggiore del ministero della Difesa russo. Prigozhin ha pensato di essere divenuto forte, e di conseguenza è passato dagli insulti anche a qualche azione dimostrativa contro i comandi militari. Che hanno reagito, che sicuramente hanno il controllo della situazione, e che finiranno per farlo fuori. Chi ne esce comunque indebolito enormemente a mio avviso è Putin, che fa la figura proprio del pirla. Perché prima si appoggia a banditi tipo Prigozhin contrastando l’esercito che invece è una delle basi del potere in Russia. Io i generali russi li ho appunto conosciuti, e posso garantire che sono persone molto meno radicali di quello che si possa pensare. Gerasimov è sicuramente una persona con la testa sul collo, e molto pragmatica. Io ho sempre sostenuto, ad esempio, che sia Shoigu che Gerasimov, entrambi in possesso della doppia chiave delle armi nucleari, se Putin si mettesse in testa di utilizzarle non eseguirebbero l'ordine. Cioè, si rifiuterebbero di fare pazzie. Verosimilmente adesso c'è questa purga delle compagnie militari private, che tra parentesi non è solamente la Wagner. Ci sono le compagnie costituite da tutti i magnati e oligarchi del potere in Russia, delle grandi società russe. Bisogna vedere in questo scontro se sono d'accordo con la Wagner oppure l’hanno isolata. Stando a informazioni che giungono dalla Gran Bretagna, che ha servizi di intelligence molto buoni, colonne della Wagner stanno puntando da Voronezh verso Mosca».
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«I russi sicuramente hanno delle unità attorno a Mosca. Non so fino che punto siano unità combat ready, in grado di resistere a questi banditen della Wagner».
Ma Prigozhin ce la può fare?
«Non credo, però molto dipende anche dai rapporti tra le forze armate e le forze del Ministero degli Interni, che ha unità anche potentemente armate. Non so se siano d'accordo con le forze armate per reprimere la Wagner, oppure finiranno per appoggiare la Wagner. È un terrible casino che trova la sua origine in una decisione veramente idiota di invadere l'Ucraina. Ma a mio avviso va stroncata la rivolta. Non è accettabile che un Paese con 6.000 testate nucleari cada in una guerra civile».
Dunque secondo lei Prigozhin al potere sarebbe peggio di Putin?
«E sì, perché a mio avviso è matto. Decisamente».
Comunque, quello che ha descritto è tutto uno scenario neofeudale...
«Sì, in un certo senso, per il fatto che Putin non riesce più a controllare la classe dirigente del Paese. Ogni oligarca se ne va per i fatti suoi».
Ma ha fatto la guerra per bloccare questo processo, o la guerra lo ha accelerato?
«Hanno fatto la guerra per bloccare questo processo ma anche perché La Russia è in profonda crisi demografica ed economica, sta diventando una specie di petrostato ma anche la sua eccellenza tecnologica, di armamenti, nucleare, spaziale e così via, sta calando rapidamente. La massa della popolazione poi è fatalista, ma quando si incomincia a scatenare non ci sono limiti alla violenza. A mio avviso è veramente preoccupante».
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«In realtà in Russia ci sono alcuni settori che sicuramente sono di estrema eccellenza. Nucleare, militare, spazio. Ma la massa della popolazione è completamente priva di volontà. Non ha spirito di iniziativa. Me ne sono accorto quando lavoravo con la Sogin per lo smantellamento dei missili nucleari ex-sovietici della flotta del Nord. Gli operai se riuscivi a farli lavorare tre giorni alla settimana era già tanto: andavano a ubriacarsi, il venerdì e il martedì avevano ancora i postumi della sbornia. La vita media dei russi è inferiore a quella della Nigeria, che è di 64-65 anni per gli uomini».
Eppure, ripeto, c’è tutta questa insistenza sulla superiorità morale dei russi sull'Occidente...
«È l’insegnamento della Chiesa ortodossa, che si sente la vera erede della Cristianità. Molto del radicalismo russo trae origine proprio dalla profonda fede religiosa ortodossa dei russi».