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Sallusti, "questione di tempo". Game over? Fonti riservate: addio Putin

Vladimir Putin

Alessandro Sallusti
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La Russia sull’orlo di una guerra civile non è una buona notizia, e neppure lo èla possibilità che Putin venga deposto perché, soprattutto da quelle parti, al peggio non c’è mai fine. Chi come noi ha sostenuto fin dall’inizio che l’invasione dell’Ucraina era una follia senza senso e soprattutto senza sbocco diciamo che non aveva sbagliato previsione. Senza essere esperti del ramo era ovvio che nel 2023 non puoi pensare di mandare a morire qualche centinaio di migliaia di tuoi ragazzi e farla franca a prescindere da tutte le altre considerazioni. Il ribelle Prigozhin per ora pare essersi fermato, ma Putin ormai è come un topoin trappola che più si divincola più restringe i suoi spazi vitali, più o meno la fine che nella storia hanno fatto tutti i dittatori, c’è soltanto da temere cosa farà il giorno che presto o tardi avrà le spalle definitivamente al muro e un fucile puntato alla nuca.

 

 

 

A prescindere da come andrà afinire il tentativo di golpe in corso, è ora chiaro che l’unico modo di fermare Putin e crearele condizioni di una trattativa, se non di pace almeno di tregua, è che l’Ucraina resistail più possibile, per salvare se stessa ovviamente ma anche per fare implodere il regime russo. Cosa che, in buona o cattiva fede un giorno lo sapremo, non avevano capito e continuanoa negarei vari professor Orsini, i Santoro, Travaglio, Conte e tutti quelliche si oppongonoall’aiutomilitare all’Ucraina. Così come le maledette armi portano alla guerra, solo altre non maledette armi possono ripristinare la pace, sarà cinico dirlo ma è una verità incontestabile e chi in questi mesi l’ha negato o èingenuo, o stupido o complice di chi le armi le ha usate per primo e ora pretende il disarmo degli avversari.

 

 

 

A questo punto o Putin, ammesso che sia in tempo, tratta una via d’uscita dall’inferno che ha creato oppure per lui la fine è soltanto questione di tempo: sul piano internazionale è già un uomo morto, su quello interno potrà anche respingere l’assalto in corso ma la spaccatura della Russia nei suoi confronti ormai è cosa irreversibile. Per chi è al potere la guerra è una partita che non prevede la possibilità di pareggio, o la vinci o in qualche modo la perdi. E lui, nonostante la narrazione di Orsini e compagnia, questa guerra non la vincerà mai.

 

 

 

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