Prigozhin, la verità dopo il (finto?) golpe: "Perché proprio adesso"
Dopo aver terrorizzato Vladimir Putin e la Russia per quasi 24 ore, Evgenij Prigozhin ha deciso di fermare l’avanzata del gruppo Wagner, che era arrivato a meno di 200 chilometri dalla capitale Mosca. Non si conoscono i dettagli di questa retromarcia, con i combattenti che sono già pronti a tornare in Ucraina: è plausibile che Prigozhin abbia ricevuto determinate garanzie, personali e per i suoi uomini.
A quanto pare è stata decisiva la mediazione di Alexandr Lukashenko, che ha avuto contatti telefonici con Prigozhin per tutto il giorno: il presidente bielorusso ha svolto un ruolo determinante per mettere fine alla crisi innescata nelle ultime ore. “Ci fermiamo e torniamo alle basi. Torniamo in Ucraina. Rendendoci conto della responsabilità per il fatto che verrebbe versato sangue russo, stiamo girando le nostre colonne e tornando indietro”, ha dichiarato Prigozhin in un messaggio audio che ha diffuso su Telegram.
Per provare a capire come mai il capo della Wagner ha fermato la marcia su Mosca bisogna chiedersi innanzitutto perché ha deciso di iniziarla proprio in questo momento. Ufficialmente Prigozhin ha parlato di presunti bombardamenti dell’esercito russo ai danni della Wagner, che sarebbero stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso contro il ministro della Difesa Shoigu e il capo di Stato Maggiore Gerasimov, i due acerrimi nemici interni di Prigozhin.
Stando alla ricostruzione del Corriere della Sera, qualche giorno fa il ministro Shoigu ha imposto a tutti i membri delle milizie private (e quindi anche a quelli della Wagner) di firmare un contratto con la Difesa e di rientrare nei ranghi, rispettando determinate regole. Prigozhin non aveva alcuna intenzione di far firmare i suoi uomini, che avrebbero continuato a combattere per conto loro. Nelle scorse ore i militari avevano intensificato la pressione in vista della scadenza posta da Shoigu, che è quella del primo luglio. Tra l’altro non è sfuggito che da qualche tempo risulta attivo un sito su un server europeo chiamato “Prigozhin 2024”, anno delle elezioni presidenziali…