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Golpe, Kadyrov porta la guerra nel cuore della Russia

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Il golpe del Gruppo Wagner sta portando il Vietnam nel cuore della Russia. Scenari di guerra civile ormai dichiarata, con Vladimir Putin che risponde alla sfida lanciato da Evgeni Prigozhin, trovando la sponda nel leader ceceno Ramzan Kadyrov. Il "macellaio" sta spostando le sue truppe sui "luoghi della rivolta" e si preannuncia un bagno di sangue. 

 

 

 

Il capo del gruppo di paramilitari decisivo nella guerra in Ucraina, dopo aver occupato Rostov, città russa al confine, senza sparare un solo colpo, ha iniziato la sua marcia su Mosca e le sue truppe si troverebbero ora a 500 chilometri dalla Capitale. "Ancora una volta voglio avvertire tutti: distruggeremo tutto ciò che ci circonda. Non potete distruggerci. Abbiamo degli obiettivi. Siamo tutti pronti a morire. Tutti e 25mila", ha annunciato Prigozhin in un audio pubblicato su Telegram. Il presidente russo ha definito Wagner "una minaccia mortale per la Russia", dando l'ordine di "neutralizzare" Prigozhin diventato, dunque, nemico pubblico numero uno del regime.

 

 

 

Anche Kadyrov ha parlato di "coltellata nella schiena" e di "una vera insurrezione armata". In un lungo commento rilanciato dai canali Telegram russi, il leader ceceno dichiara "totale sostegno" a Putin come presidente della Federazione russa e comandante in capo che "vede l'insieme, mentre ognuno di noi vede solo la sua parte" e si dice pronto a "aiutare" l'esercito regolare russo spostando le sue truppe "nei luoghi della rivolta". 

 

 

 

L'esercito russo nel frattempo sta conducendo operazioni di "combattimento" nella regione di Voronezh, a metà strada tra Rostov e Mosca. "Nell'ambito dell'operazione antiterrorismo sul territorio della regione di Voronezh, le forze armate della Federazione Russa stanno svolgendo le necessarie azioni di combattimento e operative", ha dichiarato il governatore regionale Aleksander Gusev su Telegram. 

La situazione interna, ormai fuori controllo, allarma anche i Paesi europei confinanti con la Russia. L'Estonia "ha rafforzato la sicurezza al confine", assicurando che "non esiste una minaccia diretta" dagli eventi in corso. Il primo ministro Kaja Kallas ha invitato la popolazione "a non recarsi in nessuna parte della Russia". "L'Estonia sta seguendo da vicino l'evolversi della situazione in Russia e sta scambiando informazioni con gli alleati - ha scritto Kallas - posso assicurare che non esiste una minaccia diretta per il nostro paese. La sicurezza al confine è stata rafforzata. Invito la popolazione a non recarsi in nessuna parte della Russia".

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