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Titan, fanno festa sui morti del sommergibile: scandalo a Cambridge

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Tutti morti, i cinque passeggeri del Titan, il sommergibile turistico che, al prezzo di 250mila dollari a biglietto, prometteva di portare gli avventurieri a 3.800 metri di profondità negli abissi, faccia a faccia col relitto del Titanic. Il destino dei cinque, il più tragico, è stato confermato nella serata di ieri, giovedì 22 giugno: una "catastrofica perdita di pressione", ha confermato Oceangate, la società che imbastisce le escursioni estreme. Insomma morti sul colpo, in pochissimi millesimi di secondo, almeno stando alle ricostruzioni di quel che può accadere in quel recondito e irraggiungibile angolo di mondo.

Ora infuriano le polemiche circa la sicurezza del piccolo sommergibile, polemiche che in verità già si dipanavano da giorni, tra accuse di ex viaggiatori, testimonianze da incubo e pareri degli esperti. Già, fin dal 2018 diversi esponenti dell'industria sommergibilistica avevano lanciato allarmi relativi alle possibili e drammatiche conseguenze dell'impiego di uno scafo sperimentale così come era quello del Titan, uno scafo leggero, in fibra di carbonio, che permette di arrivare agilmente a profondità maggiori mettendo però a repentaglio i passeggeri per la sua sicurezza, poiché ritenuto non resistente a sufficienza. E nelle ultime ore, con la sciagura compiuta, è arrivata la più brutale delle conferme a questi sospetti.

 

Scontata e comprensibile la rabbia dei familiari, che sono stati i primi ad essere informati del disastro dopo il ritrovamento dei primi resti dello scafo. Ma non solo. I familiari delle vittime hanno dovuto fare i conti anche con un altro brutto episodio, denunciato dai parenti del miliardario Hamish Harding, che si trovava a bordo del Titan. La vicenda viene rilanciata dal Telegraph, che rende nota la furia degli Harding per quanto accaduto alla prestigiosa università di Cambridge, nel Regno Unito, dove Harding per un curioso caso del destino aveva anche studiato.

Bene, a Cambridge è andato in scena un ballo a tema, dal titolo "Into the Depths", traducibile con qualcosa tipo "Negli abissi", alla lettera "Nelle profondità". Gli studenti del Pembroke College hanno infatti intonato canzoni quali My heart will go on, l'inconica canzone di Celine Dion associata in automatico a Titanic, inteso come il film di James Cameron. Da par suo, l'ateneo di Cambridge si è difeso sostenendo che l'evento era stato pianificato ben prima dell'incidente che ha coinvolto il Titan. Vero o non vero che sia, per certo simile evento, alla luce di quel che stava accadendo, sarebbe stato meglio sospenderlo. O almeno "rinominarlo".

 

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