Titan, "troppo tempo per lanciare l'allarme": una pesantissima accusa
"OceanGate ha impiegato troppo tempo per lanciare l’allarme": a denunciare l'operato della società che organizza le visite ai resti del Titanic sul fondo dell'Oceano, al largo delle coste del Canada, è la famiglia del miliardario britannico Hamish Harding, uno dei passeggeri ancora a bordo del sommergibile Titan. Le possibilità di ritrovare vivo lui e le altre quattro persone che erano con lui sono praticamente nulle adesso che è finito l'ossigeno a disposizione nel sottomarino.
Kathleen Cosnett, cugina di Harding, ha fatto sapere al Telegraph che il ritardo di otto ore da parte della società prima di dare l’allarme per la sua scomparsa è stato "troppo lungo". Titan, infatti, avrebbe perso i contatti con la nave di superficie Polar Prince intorno alle 9.45 di domenica scorsa. La Guardia Costiera degli Stati Uniti, però, sarebbe stata avvisata della scomparsa solo alle 17.40 di quella giornata. Nel frattempo, nonostante le speranze siano ridotte al minimo, proprio la Guardia Costiera americana ha annunciato che sta continuando con le operazioni di ricerca: "Anche in casi particolarmente complessi, la volontà di vivere delle persone deve essere presa in considerazione. E così continuiamo a cercare e continuiamo i nostri sforzi di salvataggio".
Nei giorni scorsi, durante le ricerche del sommergibile, erano stati rilevati dei suoni che avevano dato qualche speranza. In realtà, però, si trattava di suoni generati dal "rumore del fondale dell’oceano", secondo quanto rivelato dalla Marina statunitense. Ora, considerato che le 96 ore di ossigeno di riserva sono scadute, lo scenario più probabile per i passeggeri del Titan è purtroppo quello del soffocamento.