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Mario Draghi, "nessuna alternativa": la profezia sulla fine dell'Occidente

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Il rischio è la fine dell'Unione europea. Lo dice a chiare lettere Mario Draghi, ex premier intervenuto al Mit di Boston nel suo primo discorso pubblico da quando ha lasciato Palazzo Chigi a ottobre 2022. Tra i tanti temi toccati in un lungo intervento nel prestigioso ateneo di Boston, l'ex numero 1 della Bce ha sottolineato il peso cruciale del conflitto russo-ucraino: "La brutale invasione dell'Ucraina non è l'imprevedibile gesto di follia pazzo, ma il passo successivo dell'agenda di Putin, e un determinato colpo all'Unione Europea. Pace, libertà e rispetto della sovranità democratica sono i nostri valori comuni, per questo non ci sono alternative per Stati Uniti, Europa e i loro alleati che assicurarsi che l'Ucraina vinca la guerra". 

"Accettare una vittoria russa - sottolinea con forza Draghi - significherebbe mettere a rischio altri confini e mandare il messaggio ad altri autocrati che l'Ue è pronta a compromessi, in altre parole assesterebbe un colpo fatale all'Ue e minerebbe tutta l'alleanza occidentale". Draghi, che al Mit ha ricevuto il premio Miriam Pozen, ha proseguito: "Due eventi hanno dominato le relazioni internazionali e l'economia globale nell'ultimo anno e mezzo: la guerra in Ucraina e il ritorno dell'inflazione. questi eventi hanno colto i politici di sorpresa".

"Noi credevamo che le istituzioni che abbiamo costruito, insieme ai legami politici ed economici, avrebbero prevenuto una nuova guerra di aggressione in Europa. E credevamo che le banche centrali avessero sviluppato la capacità di frenare l'inflazione. Questi due eventi, la guerra e l'inflazione, non sono venuti dal nulla e non sono scollegati. Sono la conseguenza di un cambio del paradigma, che negli ultimi due decenni ha spostato la geopolitica dalla competizione al conflitto".

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