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Zelensky, rivolta a Kiev di gay e trans: mentre gli ucraini attaccano a Belgorod...

Mirko Molteni
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L’Ucraina che va al contrattacco subisce la reazione. Di europei e omosessuali... Le incursioni dall’Ucraina nella regione russa di Belgorod seminano dubbi in Europa per timore che armi fornite a Kiev a scopo di difesa dall’invasione russa siano state fornite da Zelensky alla Legione Libertà della Russia e al Corpo Volontari Russi e usate per attaccare oltreconfine.

 

 

 

Ecco perché il primo ministro belga Alexander De Croo ha annunciato ieri che il suo governo aprirà un’inchiesta sull'uso delle armi che il Belgio ha dato agli ucraini. Il tipo di utilizzo, se difensivo od offensivo, in relazione ai confini, è il principale nodo, ma occorre capire anche se le armi sono passate di mano, dagli ucraini ai russi dissidenti, o chi altri. Chi dà armi vorrebbe anche sapere se vengano rigirate a terzi. De Croo ha spiegato: «Abbiamo chiesto ai nostri servizi segreti e ai nostri militari di investigare. Chiediamo agli ucraini di chiarire la situazione. Le armi europee vengono date all'Ucraina per la difesa del territorio». E minaccia: «Il Belgio prenderà la questione molto sul serio».

 

 

 

 

Nel frattempo, il governo ucraino affronta anche proteste del mondo gay e trans, che chiede che il progetto di legge per le unioni civili in Ucraina, visto come un “passaporto” per l'Occidente, è per ora fermo in attesa che la guerra finisca. Zelensky e i suoi dicono apertamente che, per ora, “non è il caso”, anche pensando alla mentalità prevalente nel paese. Certo, un conflitto in atto non è il miglior momento per pensare alle nozze gay. Ma attivisti come Maksym Potapovych ribattono invece che “abbiamo bisogno di far passare la legge durante la guerra, per dare fiducia ai militari gay e trans che combattono e muoiono esattamente come gli altri”.

 

 

 

Nell'esercito ucraino si parla da tempo di un “battaglione unicorno” formato da omosessuali e trans che avrebbero già combattuto al fronte. Inoltre nell'armata di Kiev ha anche militato la transessuale americana Sarah Ashton-Cirillo, ferita nei combattimenti a Kreminna lo scorso febbraio e poi rimpatriata. Ma, lamentano gli attivisti, “ci sono ancora pregiudizi e bullismo verso la comunità LGBTQ”

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