Cartoline scomode
Spagna progressista? Corrotta, avida, crudele (e sevizia gli animali)
Oltre le spiagge e le immagini scintillanti delle loro bellissime città storiche e località turistiche, o la corsa all’Erasmus per i suoi paradisi di tolleranza ed inclusività anche grazie alla nuova legge Ley Trans, si trova una Spagna molto diversa. Una Spagna in cui puoi venire avvelenato da una Tapas ad esempio. Va bene lo ammetto, sono ingiusta, ma non posso dimenticare le mie intossicazioni alimentari nella penisola Iberica come fossero state niente. E neanche il fatto che in qualunque parte del mondo mi trovi, l’80% delle volte che percepiscono il mio accento forestiero, rispondono con il "de nada" di ordinanza o pure peggio: mi parlano direttamente in spagnolo. Insopportabile.
Ma oltre a Toda joia Toda beleza, c’è un lato oscuro, un aspetto di questa terra di conquistadores che di danni, oltre che nel passato, continua a farne anche oggi, una nazione segnata da corruzione politica, avidità, repressione, banche abusive e fortune illecite. Per non parlare di gravi violazioni dei diritti umani. Ad esempio, dei lavoratori migranti, coloro che forniscono carne agli scaffali dei supermercati in tutta l’Ue e che sono intrappolati in un sistema di sfruttamento e abusi all’interno dei più grandi macelli spagnoli. Licenziamenti senza indennizzo, intimidazioni, formazione alla sicurezza fornita solo in lingua locale (che molti di loro non parlano), creano l’impossibilità di accedere a tutele e congedi per malattia. L’essere privi di documenti li porta a lavorare sotto identità prese in prestito, affittate da stranieri regolarizzati a cui pagano una tassa mensile di 200-300 euro, rendendoli ulteriormente vulnerabili. Si stima che ogni anno fino a 20.000 lavoratori vengano assunti attraverso "società multi-servizio", un subappalto che consente ai datori di lavoro di aggirare le tutele per i dipendenti. Questo sistema è quello adottato da alcuni dei maggiori conglomerati di carne, come il Grupo Jorge.
Secondo il Fondo Agrario di Garanzia Spagnolo (FEGA), il settore suino ha ricevuto oltre 32 milioni di euro di fondi diretti e indiretti dall'Ue, e non sussisterebbero problemi nel prendersi cura della situazione. Friedrich Schneider, dell’Università Kepler in Austria, specialista nell'impatto economico della corruzione, ha fatto alcuni calcoli per la Spagna, e il costo della corruzione per l'economia del paese è di circa 10,5 miliardi di euro all'anno. Secondo l’Europol, nell'Unione europea operano circa 3.600 organizzazioni criminali. Tra il 10 e il 20% degli appalti pubblici si perde a causa di queste, e il 5% della spesa annuale europea non viene neanche contabilizzato. Bruxelles calcola che questi crimini costino all'Ue 120 miliardi di euro all'anno, l'1,1% del PIL in tutto il blocco dei 28 membri. È fisiologico che ogni paese abbia sviluppato la propria forma di disagio, con il proprio DNA e le proprie caratteristiche. Addirittura, circa il 70% dei politici accusati di corruzione in Spagna sono stati successivamente rieletti. L'impatto sui mercati monetari è minore di quanto ci piacerebbe pensare, sembra infatti che il capitalismo continui a muoversi secondo le proprie regole e l'uno per cento più ricco della popolazione spagnola rappresenta un quarto della ricchezza nazionale, secondo Oxfam Intermon.
DESIGUAL - Dopo essere sopravvissuta alla crisi economica che ha paralizzato il paese per quasi un decennio è ampiamente considerata sulla buona strada per la ripresa, ma chi ne trae vantaggio? La disuguaglianza cresce man mano che i facoltosi si arricchiscono. La crescita economica ha favorito i più abbienti, posizionandosi come il terzo paese dell'Unione europea dove il divario è aumentato maggiormente dall'inizio della crisi. E le donne? Penalizzate come sempre.
Sette persone su dieci che ricevono i salari più bassi sono donne e guadagnano fino al 14% meno rispetto agli uomini. Ma nonostante il quadro cupo, qualche speranza c’è. Il centro governativo per le indagini sociologiche (CIS) ha osservato che la corruzione è ora la seconda più grande preoccupazione dopo la disoccupazione, che nell’ultimo anno ha toccato quasi il 15%. Pfui, menomale.
Questa nazione peculiare creata dall’aggregamento di genti che si sente unica e speciale e divisa dal resto regione per regione, non resterebbe tanto unita se non ci fosse la Comunità Europea. Il loro essere esasperatamente europeisti probabilmente proviene da tutti i soldi elargiti negli ultimi 30 anni. Nelle città curate e pulite è difficile non vedere un luogo dove non sia affisso un cartello di Fondos europeos. Ma il meglio lo danno nel conflitto legato all’istruzione, dove ogni Comunità Autonoma, studia una storia parallela rispetto a quella della regione vicina. In quelle puramente castiglianofone, la storia è in chiave unitarista ed impregnata di retorica spagnolista, nelle indipendentiste è puro sci-fi, con ognuna di queste che fa a gara a chi si inventa (letteralmente) la storia (o meglio, la mitologia) più sciovinista. In certe regioni, studiano sia la storia nazionale (in chiave ultranazionalista, ma proposta in maniera subliminale) che la storia regionale (praticamente fantascienza), creando una sorta di storia nella storia sfociando a volte nel Dadaismo anche tra provincia e provincia, come per esempio a Leon, che proponeva di separarsi dalla Castiglia per rivivere «i fasti del Reino de Leon», diventando a sé stante. Non è bellissimo?
LADRI DI ITALIANI - Un altro esempio paradossale è ciò che avviene in Catalunya con la fondazione pubblica de l'Institut Nova Història, e che potrebbe sembrare una boutade, ma non lo è, e dove sono fermamente convinti che personaggi come Cristoforo Colombo (Cristòfor Colon), Leonardo Da Vinci (Leonard De Vich), Amerigo Vespucci (Amèric Despuig), nonché alcuni castigliani di minore importanza, fossero tutti catalani. Nel caso di Colombo in particolare, pochi pensano o spesso nemmeno sanno, che fosse italiano, dato che questo risulterebbe nativo di tutte le regioni della Spagna possibili, dove hanno varie mitologie legate al suo luogo di nascita, e sui libri di testo scolastici ufficiali lo studiano come fosse un «navigante di origine ignota», per poi litigarselo tra loro, e se qualcuno nomina la sua italicità, parte la retorica: «¡Italia no existia jajajaj!» o «¡En Genova son unos ladrones, nos quieren robar a Colón!» cose che nemmeno i croati con Marco Polo.
Dinamiche come queste si verificano in tutte le comunità, dove anche Traiano e Adriano sono automaticamente diventati iberici (li chiamano direttamente «imperatori spagnoli») e l’ostinazione è tale da rendere complesse qualunque discussione storica. Ma ciò che mi rende questi ladri di connazionali un po’ indigesti (come la loro cucina) è la totale immoralità nel confronto del benessere animale.
L’Observatorio Justicia y Defensa Animal, ha affermato che sono circa 3.000 le feste attive in tutta la Spagna che violano le leggi sulla protezione animale, causando sofferenza e in alcuni casi la morte di oltre 60.000 esseri viventi ogni anno. L'organizzazione sostiene che, anche se la maggior parte sono celebrazioni legate all’anacronistica e sadica ossessione per la tauromachia, vengono coinvolte anche tantissime altre specie, tra cui anatre, cavalli, asini e persino maiali. Le autorità di Valencia dopo le tragedie avvenute durante le feste del 2022 del Bous al Carrer, hanno chiesto ai frequentatori dei festivals di non "perdere il rispetto per i tori", ma la situazione non è cambiata. Il bilancio delle vittime durante queste attività è uguale a quello del 2015 (300 feriti e 6 deceduti). Da tutta questa bruttura non sono risparmiati neanche i migliori amici dell’uomo. L’orribile scoperta fatta dalla Guardia Civile nel 2018 ha aperto gli occhi sul fenomeno senza però riuscire a contrastarlo: una fossa comune a Cuenca (Castiglia-La Mancha) piena di centinaia di cani morti in condizioni indescrivibili di crudeltà e sofferenza.
La caccia alla lepre con i levrieri è una tradizione antica e il cacciatore il cui cane non performa secondo le sue esigenze, è autorizzato a ucciderlo. Lo status di questo loppide è quasi zero essendo considerato da lavoro, e pertanto non beneficia di alcuna protezione. Sono migliaia le vittime di questa crudeltà che avviene nella totale impunità. E dato che non esiste l’idea del levriero come cane da compagnia, le adozioni arrivano per il 90% dall’estero. Questo resta un tema di divisione, poiché il settore della caccia muove circa 5 miliardi di euro l'anno e ha un potente gruppo di pressione. Il Congresso dei deputati ha approvato un progetto di legge volto a rafforzare i diritti degli animali, vietandone la vendita nei negozi, trasformando gli zoo in centri di recupero e imponendo pene detentive per i maltrattatori, ma i Galgos ne sono stati esclusi.
Esiste però un modo per fare la differenza: “Insieme per FBM” è la storica associazione italiana che sostiene il lavoro della più grande organizzazione spagnola a difesa dei Galgos: la Fundacion Benjamin Mehmert, nata nel 2008 a Siviglia dove in 20 mila mq vengono accolti e accuditi 700 esemplari pronti a essere adottati. Ora sapete a chi rivolgervi per rendere la vostra vita più bella.