Vladimir Putin terrorizzato dai russi, la scelta per la parata
Mosca accusa: ci sono gli Stati Uniti dietro l’attacco dei droni al Cremlino. «La Russia risponderà a questo atto di terrorismo sconsiderato e arrogante», ha minacciato l'Ambasciatore russo negli Usa Anatoly Antonov. L’ex presidente russo e attuale numero due del Consiglio di sicurezza di Mosca, Dmitri Medvedev ha twittato che «è esattamente all'escalation del conflitto» in Ucraina «che condurrà» il presunto attacco con droni contro il Cremlino. «Questo è proprio ciò che vogliono Washington e molti stupidi a Bruxelles», ha scritto a commento delle parole dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, che ha chiesto alla Russia di «non usare questo presunto attacco come scusa per continuare l'escalation della guerra». Per Medvedev è stato «un attacco terroristico perpetrato dalle autorità di Kiev, guidato dagli Usa e approvato dalla leadership Ue».
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LO STUDIO USA
«Bugie pure e semplici» risponde il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa John Kirby, dopo aver ricordato che gli Stati Uniti hanno espresso contrarietà ad attacchi al di fuori dei confini dell’Ucraina internazionalmente riconosciuti. Una posizione ufficiale che viene assieme all’analisi del think tank di analisi con sede a Washington lnstitute for the Study of War (Isw), secondo cui sarebbe stato invece il governo russo a mettere in scena il tutto «nel tentativo di portare la guerra all'audience nazionale russa e stabilire le condizioni per una più ampia mobilitazione sociale» nel Paese. Asserzione fondata su uno studio delle circostanze in cui si è verificato l'incidente. «Non c'entriamo», insistono anche gli ucraini. Ma come rappresaglia nella notte tra mercoledì e giovedì la Russia ha condotto su Kiev l’attacco russo più intenso dal 2023. Esplosioni anche a Zaporizhzhia e Odessa, ma gli allarmi aerei sono risuonati in sette regioni. Gli ucraino dicono di avere distrutto 18 droni su 24.
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Intanto Zelensky dopo il viaggio a Helsinki per partecipare al vertice dei Paesi Nordici è andato nei Paesi Bassi per incontrare i vertici della Corte penale internazionale, che a marzo hanno emesso un mandato d'arresto per Putin. «Crediamo nel successo della nostra controffensiva, non pensiamo che non ce la faremo. Sappiamo qual è l'obiettivo. Ma vittoria non è la parola giusta perché anche se vinci perdi anche, intendo perdi vite umane», ha detto in conferenza stampa congiunta con i premier olandese Mark Rutte e belga Alexander de Croo all'Aja. E ha anche chiesto un tribunale speciale per i responsabili dell’aggressione. L'86% dei prigionieri di guerra ucraini liberati dalla prigionia russa ha dichiarato di aver subito torture fisiche o psicologiche per mano dei loro carcerieri, ha denunciato in una conferenza stampa a Kiev il difensore civico ucraino Dmytro Lubinets. I russi rapiscono civili e li costringono a confessare la presunta preparazione di un attacco terroristico, dice su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol Ivan Fedorov.
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«LA NATO SIAMO NOI»
A sua volta il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista a TV8 Moldova ha detto che il suo Paese sta già aiutando la Nato a rafforzarsi: «in effetti, siamo già i garanti della sicurezza per la Moldavia e per l'Europa orientale. Ho già detto che se il piano di Putin si fosse avverato, vi avrebbe già catturato e avrebbe iniziato a muoversi verso i Paesi dell'Europa orientale». «Quando vinceremo saremo certamente i garanti della sicurezza del fianco orientale della Nato». Unica cosa su cui Mosca e Kiev sembrano essere d’accordo: nessuna delle due parti dice di avere informazioni sulla missione di pace annunciata da Papa Francesco. Ma il cardinale Parolin insiste che «si farà».
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La Cina, intanto, invita alla calma e alla moderazione. La parata militare del 9 maggio a Mosca si terrà comunque senza alcuna modifica e vedrà dunque la partecipazione di Putin. Lo ha annunciato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. La cerimonia si terrà solo a Mosca, dove comunque è stata cancellatala marcia del Reggimento immortale, la sfilata di cittadini russi con le fotografie dei parenti morti nella Seconda guerra mondiale, una iniziativa nata dal basso nel 2011, dall’idea di tre giornalisti di Tomsk, di cui il Cremlino si è appropriato nel 2015. Ma ora il rischio di contestazioni o attentati è troppo grande.