Attentato al Cremlino, le ipotesi: "Chi può esserci dietro"
La notizia dell'attacco al Cremlino con droni, fermati dal sistema di sicurezza russo, ha sconvolto il mondo intero, facendo crescere il timore di una eventuale risposta da parte di Vladimir Putin. "La notizia è importante perché mette la Russia nella posizione di poter denunciare un atto di guerra che si configura però come un attacco personale al capo del Paese invasore e quindi ha alcune possibilità di essere definito come atto terroristico dalla propaganda russa - ha spiegato Vittorio Emanuele Parsi a Tagadà su La7 -. Poi la gente fa in fretta a dimenticare le cose, ma questa guerra è iniziata il 24 febbraio del 2022 con il tentativo di eliminare la leadership ucraina, quando le forze speciali russe tentarono il blitz nei palazzi del potere in Ucraina".
"In una guerra come questa, che per gli ucraini mette in discussione la loro stessa sopravvivenza come popolo, e a fronte della lista sconfinata di orrori che emergono ormai quotidianamente sul comportamento russo in Ucraina, c'è una lotta totale - ha proseguito il professore, in collegamento col talk -. Per cui può essere che gli ucraini abbiano tentato il colpo grosso, un colpo importante proprio a ridosso delle celebrazioni del 9 maggio". L'esperto, comunque, ha precisato che i dubbi sono ancora molti: "Dobbiamo essere sicuri che siano state le autorità ucraine a organizzare questo e che non si tratti invece di un atto di lotta politica interna in un sistema sempre più totalitario come quello russo".
In realtà Kiev ha già smentito ogni coinvolgimento nell'attacco contro il Cremlino, considerato da Mosca un attentato alla vita di Putin: "Non abbiamo nulla a che fare" con quell'azione, ha detto una fonte della presidenza ucraina. Cosa succederà ora? Secondo Parsi, "quello che potrebbe capitare è che la Russia potrebbe colpire Kiev in maniera più massiccia con un aumento di bombardamenti sulla popolazione civile".