Cerca
Cerca
+

Vladimir Putin, il falso zar in giro per la Russia: la truffa del Cremlino

Daniel Mosseri
  • a
  • a
  • a

Se lo dice il Cremlino sarà vero. O almeno così dovrebbe essere. «Il Comandante supremo delle Forze armate russe ha visitato il quartier generale del Gruppo di forze Dnepr nel settore di Kherson e il quartier generale della Guardia nazionale Vostok nella Repubblica popolare di Luhans’k». Poche righe datate 18 aprile per segnalare che lo zar Vladimir Putin ha visitato il Donbass strappato un chilometro alla volta al governo “nazista” di Kiev. Assieme a quelli di Donetsk e di Luhansk, l’oblast di Kherson è una delle tre unità amministrative ucraine che lo scorso 30 settembre la Russia ha unilateralmente annesso al proprio territorio a dispetto dell’andamento di una guerra non proprio vittoriosa nell’area. È dunque normale che nel testo del Cremlino non si faccia alcun riferimento all’Ucraina. Né d’altronde nessuno in Russia si azzarda a menzionare l’ex Repubblica socialista sovietica oggi supportata dalla Nato: durante le recenti celebrazioni della Pasqua ortodossa lo stesso Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, ha chiamato l’Ucraina «una piccola Russia».

 

 

 

STILE SOVIETICO

L’annuncio del Cremlino ha fatto seguito a quello della presidenza dell’Ucraina che aveva trasmesso le immagini di una breve ma molto ben documentata visita del presidente Volodymyr Zelensky il 18 aprile ad Avdiivka, sempre nell’oblast di Donetsk. Dal 2014, anno dello scoppio delle ostilità fra i separatisti filorussi e le forze regolari di Kiev, Avdiivka è passata più volta dall’una all’altra parte, subendo massicce distruzioni. La presenza di Zelensky nella località sottolinea una volta ancora come il controllo russo sull’est ucraino non sia completo. Ai militari Zelensky ha fatto gli auguri per la Pasqua appena celebrata, ha ricordato i caduti nel conflitto con Mosca e premiato gli uomini più valorosi.
La tempistica della visita di Putin nella stessa regione e nelle stesse ore ha però insospettito gli esperti dell’Institute for the Study of War (Isw), un pensatoio di Washington fondato nel 2017 da Kimberly Kagan, storica della guerra già titolare di cattedra a West Point, a Yale e alla Georgetown University.

Nel bollettino sulla guerra datato 18 aprile, l’Isw nota come Putin continui a farsi dipingere «come un leader di guerra» impegnato a visitare gli oblast occupati. Gli esperti dell’Isw osservano poi come il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov abbia affermato che Putin ha visitato i territori occupati il 17 aprile. «Tuttavia», scrive l’Isw, «in uno dei video Putin dichiara che la festività della Pasqua ortodossa “si sta avvicinando”, il che suggerisce che la sua visita sia avvenuta prima del 16 aprile». Solo in seguito il Cremlino avrebbe modificato il video per tagliare la dichiarazione di Putin sull'imminente festività ortodossa. L’Isw non esclude insomma che lo zar abbia davvero salutato le truppe, ipotizzando però che, tra una manomissione e l’altra, abbia artefatto la data per diffondere il video nello stesso giorno della visita di Zelensky, oscurando così il passaggio ad Avdiivka del leader ucraino.

Uno sgambetto mediatico reso tanto più necessario dalle critiche dei blogger militari russi secondo cui, scrive ancora l’Isw, né il presidente né gli alti ranghi della politica moscovita avrebbero sostenuto a sufficienza i militari impegnati nell’“Operazione speciale di polizia” contro Kiev. Ed è vero che di Putin si ricorda solo una visita lo scorso alle truppe russe di stanza nella martoriata Mariupol. La redazione tedesca di t-online ha addirittura messo in dubbio che quello ritratto nei video diffusi dal Cremlino sia davvero lo zar Vladimir Vladimirovic.

 

 

 

MANI SOSPETTE

Troppe le mani strette dall’uomo nel filmato, troppa poca la distanza dagli altri militari e troppo sospetto il maglione a collo alto forse utilizzato per mascherare le diverse fattezze di un sosia del presidente. Illazioni? È possibile, ma la circostanza che il Cremlino giochi con le date e con il montaggio dei filmati non contribuisce alla credibilità delle fonti ufficiali russe. Né contribuiscono i filmati di tanti appassionati sostenitori dello zar. In uno di questi, appena “debunkato” dal canale francese France 24 si vede Putin atterrare in Sudafrica dove viene accolto dai dignitari locali mentre una voce commenta: «Dov’è la Corte penale internazionale che ha appena spiccato un mandato di cattura contro il presidente russo». Il video altro non è che il riciclaggio di una visita del leader russo per il decimo vertice dei Bric a Johannesburg nel 2018. Un falso che però ha avuto già 750 mila visioni online. 

 

 

 

Dai blog