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Cina, "pronti a scatenare la guerra" con Taiwan: i tre scenari

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Pronti a "scatenare la guerra". È questa la convinzione del ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu, che ha commentato le manovre militari e le simulazioni di attacco su vasta scala cinesi. D'altronde è dal 1949, anno di fondazione della Repubblica Popolare, che la Cina rivendica l'isola: "Esiste una sola Cina, Taiwan ne fa parte". E proprio seguendo questo diktat, Pechino non è intenzionata a indietreggiare. Non a caso la possibilità che si generi un’azione di carattere bellico è sul tavolo. Stando al Corriere della Sera, Xi Jinping ha reso la Cina sempre più nazionalista e intenzionata a espandersi come superpotenza in Asia.

 

 

Da qui i tre scenari. Oltre alla guerra, non si esclude un blocco aero-navale. Il secondo scenario punta alla resa di Taiwan senza l’introduzione sull’isola di truppe. In questo modo si eviterebbe un’invasione che genererebbe, a sua volta, l’intervento americano. Non è però esclusa la terza opzione, ossia quella di istituire una sorta di Commonwealth o mercato comune che unisca l’isola alla Repubblica Popolare. In questo modo le due aree allaccerebbero rapporti più stretti partendo dall’economia. 

 

 

Intanto è in corso a Taiwan la prima esercitazione di protezione civile del 2023, nella città centro-settentrionale di Taichung. A riferirlo l'Agenzia di mobilitazione della difesa a tutto campo, precisando che le manovre si concentrano sulla prontezza al combattimento in tempo di guerra e sulla protezione delle infrastrutture chiave. Una risposta alle pressioni cinesi. Queste simulazioni hanno previsto un incremento delle esercitazioni incentrate sull'eventualità di un conflitto, che rappresentano il 70 per cento del totale. 

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