Putin, orrore al fronte: come punisce i renitenti alla leva
La Russia ha più volte smentito, e continua a smentire, le indiscrezioni circa una imminente introduzione di una seconda ondata di mobilitazione parziale dopo quella autunnale che ha portato ufficialmente 300mila (ufficiosamente almeno il 20% in più) persone a indossare l’uniforme e serrare le fila dell’esercito. Sebbene una parte di questi soldati sia stata impiegata in Ucraina mentre un’altra sia stata dirottata presso altri punti di servizio in giro perla Russia così da "sbloccare" personale più addestrato da dirottare in zona di guerra, di fronte alla minaccia della controffensiva su larga scala da parte di Kiev e alla carenza di personale che comunque permane per quella che è ormai una guerra di logoramento a tutti gli effetti, a Mosca le stanno pensando tutte pur di arruolare gente. Stando a quanto risulta a Libero, non saranno meno di 180-200mila unità. Come? Tramite una sorta di mobilitazione fantasma.
Ufficialmente la chiamata alle armi non c’è e non ci sarà, ma già da settimane i commissariati militari hanno iniziato ad inviare comunicazioni per aggiornare i database e contestualmente provare a "sedurre" i singoli ad arruolarsi come volontari. Una pratica che in alcuni angoli della Russia funziona, specie per via della promessa di uno stipendio che sfiora i 2mila dollari al mese. In generale, però, i numeri sono ancora bassi, così la Duma ha votato delle importanti novità riguardo l’arruolamento che somigliano molto a una mobilitazione. Una novità importante riguarda le citazioni: le "cartoline" verranno consegnate in formato elettronico, e non solo di persona, con raccomandata o tramite il datore di lavoro come avveniva fino a ieri, e saranno inviate elettronicamente attraverso la app statale chiamata «Gosuslugi», che i russi utilizzano per vari servizi, dalla registrazione dei vaccini anti-Covid alla richiesta di nuovi passaporti.
Ma il grande punto di svolta è quello legato alle restrizioni per i renitenti. Dal momento in cui il sistema notificherà come consegnata la comunicazione con la chiamata, i cittadini avranno 20 giorni di tempo per comparire nei centri di arruolamento, altrimenti dovranno fare i conti con sanzioni come il divieto di lasciare la Russia, il divieto di aprire una p.iva o di accendere un prestito, la sospensione della possibilità di acquistare immobili, di comprare auto e finanche di guidarla. Insomma, o ti arruoli o rischi di vivere da reietto. Il tutto mentre al fronte i soldati russi stanno compiendo il massimo sforzo, evidentemente a caro prezzo, per avanzare specie nel Donbass. La PMC Wagner controlla ormai il 75% della città di Bakhmut, ma altri progressi sono ancora lenti in direzioni come Avdeevka, Ugledar e Marinka.
IN CERCA DI PROIETTILI
All’Ucraina le cose non vanno molto meglio. In attesa di capire se e quando inizierà la controffensiva promessa (il Ministro della Difesa ucraino, OleksiyReznikov, ha minacciato la Russia con un altro attacco alla flotta del Mar Nero), Kiev deve fronteggiare una drammatica carenza di munizioni. Ieri il premier Denys Shmyhal è arrivato in Canada per chiedere proiettili, e anche l’Ue si sta adoperando da settimane per implementarne la produzione visto che nei vari punti del fronte vengono polverizzati oltre 7mila colpi al giorno. Un argomento trattato anche nei documenti top secret del Pentagono finiti online tramite una piattaforma di gioco: Discord. Nei file, infatti, si legge delle richieste da parte di Washington alla Corea del Sud per la fornitura di migliaia di proiettili che però Seoul temeva sarebbero finiti a Kiev.
Nelle stesse carte sono contenute inoltre le preoccupazioni americane circa la carenza di missili per i sistemi di difesa aerea Buk e s-300 ucraini. Anche di questo avrebbe parlato ieri il Ministro degli esteri Dmytro Kuleba e l’omologo italiano Anronio Tajani («L’Italia può aiutarci con nuove forniture», ha detto). Negli Usa proseguono le indagini circa l’origine della fuga di notizie che potrebbe creare più di un problema alle comunicazioni future tra intelligence. Uno dei gamer che bazzicano Discord, ascoltato da Associated Press, sostiene che i documenti siano stati postati sulle loro chat senza scopo ideologico e non ha specificato la loro provenienza originaria. Si è solo limitato a dire che se dovesse essere arrestato uno degli utenti della sua cerchia, nickname "the O.G." (tra i primi a condividere i file poi finiti su Twitter e sulle pagine dei media di tutto il mondo) per ritorsione sarebbe pronto a pubblicare altre centinaia di documenti classificati.