San Pietroburgo, esplosione in un bar: muore il blogger e militare Tatarsky
Il blogger militare russo Vladlen Tatarsky, noto per le sue posizioni a favore della guerra in Ucraina, è rimasto ucciso in un’esplosione provocata da un ordigno in un bar di San Pietroburgo, lo ’Street bar’. Secondo le agenzie russe, Tatarsky stava incontrando alcune persone e una donna gli avrebbe regalato una statuetta che, a quanto pare, è esplosa, provocando anche 16 feriti e danneggiando la facciata dell’edificio. Secondo il sito di informazione di San Pietroburgo Fontanka, il bar in cui è avvenuta l’esplosione era in precedenza di proprietà di Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo Wagner di mercenari russi. Pare fosse stato affittato per la serata dal gruppo patriottico russo Cyber Front Z, che si autodefinisce "truppe informative russe" su Telegram.
Il ministero dell’Interno russo ha dichiarato che tutti coloro che si trovavano al bar al momento dell’esplosione sono stati "controllati per verificarne il coinvolgimento".
Blogger pro guerra in Ucraina, Vladlen Tatarsky, il cui vero nome era Maxim Fomin, si era recato anche al fronte in Ucraina e aveva acquisito particolare notorietà l’anno scorso dopo aver pubblicato, a seguito della cerimonia per l’annessione alla Russia di 4 regioni ucraine, un video girato all’interno del Cremlino in cui diceva: "Sconfiggeremo tutti, uccideremo tutti, deruberemo tutti come necessario. Proprio come piace a noi". La Bbc sottolinea che lui e altri blogger militari avevano criticato alcuni aspetti della campagna russa in Ucraina.
Intanto fonti russe, ucraine e occidentali osservano che "l’offensiva invernale russa non è riuscita a raggiungere gli obiettivi del Cremlino di occupare tutte le regioni di Donetsk e Luhansk entro il 31 marzo". A scriverlo, in un tweet, è l’Institute for the study of war, secondo il quale inoltre il fallimento dell’offensiva invernale russa sta verosimilmente spianando la strada ad un altro rimpasto ai vertici dei comandi militari. L’Isw, citato da Sky News, ricorda che il Cremlino ha regolarmente ristrutturato i suoi vertici militari nel corso della guerra, o perché insoddisfatto dei progressi sul campo o per consolidare il controllo politico di Vladimir Putin sulle forze combattenti.
Il generale Valery Gerasimov ha assunto il comando personale dell’invasione in un rimpasto a gennaio, con l’incarico di occupare l’intero Donbass, ma la Russia ha ottenuto solo guadagni marginali perdendo decine di migliaia di vite. Cosa comporterà questo fallimento? Solo un cambio ai vertici o l'uso di armi tattiche?