Calcio, Parigi in tackle sul Ramadan: che lezione agli inglesi
«La federazione è venuta a conoscenza di partite interrotte per la rottura del digiuno. Queste interruzioni non rispettano le disposizioni degli statuti della Fédération française de football (Fff)». In una mail ufficiale inviata a tutti gli arbitri francesi, la Commission fédérale des arbitres (Cfa) ha fatto sapere che, in nome del principio di «neutralità del calcio nei luoghi dove viene praticato», non deve essere consentita ai giocatori musulmani alcuna pausa per bere e mangiare durante la partita in periodo di Ramadan. Una presa di posizione in controtendenza rispetto a quanto deciso in Inghilterra, dove la Premier League e tutte le altre leghe hanno deciso di genuflettersi ad Allah, permettendo ai calciatori di fede islamica di interrompere il digiuno durante i novanta minuti. «
Un campo di calcio, uno stadio, una palestra non sono luoghi di espressione politica o religiosa, sono luoghi di neutralità dove devono primeggiare i valori dello sport che sono l’uguaglianza, la fraternità, l’imparzialità, l’apprendimento del rispetto dell’arbitro, di se stessi e degli altri», si legge nella mail firmata dal presidente della Cfa, Éric Borghini. Il contenuto del messaggio, circolato rapidamente sui social network, ha scatenato un’ondata di accuse di “islamofobia” alla Fff da parte degli utenti di confessione musulmana. «La Fff ha voluto ricordare a tutti che è islamofoba nel caso in cui qualcuno se lo fosse dimenticato», ha twittato @NdYoussi. «Quando i parassiti francesi riescono a contaminare i valori universali dello sport con la loro ideologia islamofoba in spregio al diritto fondamentale alla libertà di culto dei giocatori di confessione musulmana», ha attaccato @a_bati.
Contro la Fff è intervenuto a gamba tesa anche uno dei giornalisti più famosi di Francia, il franco-algerino Mohamed Bouhafsi. «Mentre l’Inghilterra e la Germania lo accettano, la Fff si ridicolizza. È una decisione grottesca. Laicità non significa rifiuto della benevolenza e della condivisione. Qual è la differenza con la pausa di un minuto per reidratarsi? Invece di unire le persone in questi tempi burrascosi, questa mail mortifica ancora una volta alcuni membri della nostra società per un sorso d’acqua», ha twittato Bouhafsi. Peccato che la federazione calcistica e la federazione degli arbitri transalpine abbiano soltanto ricordato che la laicità non può essere a geometria variabile, imposta ai cittadini di confessione cattolica ed ebraica, e “adattata”, invece, quando di mezzo ci sono i cittadini musulmani.
ATTACCHI SULL WEB
Oltre alla levata di scudi dell’islamosfera twitteriana e di alcuni opinion leaders mediatici, il richiamo all’ordine degli alti dirigenti del calcio francese potrebbe avere conseguenze anche per il futuro della Nazionale. Secondo quanto riportato da Romain Molina, giornalista e whistleblower, autore di inchieste scottanti per la Bbc, la Cnn e il New York Times sugli scandali del calcio transalpino, le pressioni della Fff sui giocatori musulmani selezionati nella Nazionale maggiore e nelle giovanili sarebbero sempre più insistenti.
DESCHAMPS DIVIDE
Tanto da spingere alcuni bi nazionali (con passaporto francese e algerino, in particolar modo) a scegliere, per ribellione, la squadra delle loro origini. Tra questi, Rayan Cherki, giocatore dell’Olympique Lione, e Amine Gouiri, attaccante del Rennes. Entrambi potrebbero annunciare prossimamente la loro volontà di giocare per la Nazionale algerina, voltando le spalle all’Équipe de France. Sempre secondo Molina, sarebbe in corso una «caccia/ricatto a chi fa il Ramadan nella Nazionale francese, soprattutto tra i giovani». E ci sarebbero state delle chiamate prima delle selezioni, per assicurarsi che nessuno lo facesse. Stando a quanto riportato dall’Équipe lo scorso 23 marzo, Didier Deschamps e il suo staff, in occasione della pausa per le Nazionali, avrebbero inoltre invitato i giocatori musulmani a spostare di cinque giorni l’inizio del Ramadan. Una richiesta che, secondo i beninformati, avrebbe creato parecchi mal di pancia.