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"Incendi nucleari all'orizzonte": Lukashenko vede la catastrofe

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"Incendi nucleari all'orizzonte". E' la formula inquietante da Aleksandr Lukashenko per avvertire il mondo sul rischio che stiamo correndo nella guerra tra Russia e Ucraina. "La Terza Guerra Mondiale con incendi nucleari è all'orizzonte - ha spiegato il presidente della Bielorussia, nonché grande alleato di Vladimir Putin, nel suo discorso alla nazione -. C'è una domanda: cosa fare? C'è un modo: i negoziati. Trattative senza condizioni preliminari!". "Dobbiamo fermarci ora, prima che inizi l'escalation. Mi prendo il rischio di suggerire una cessazione delle ostilità" in Ucraina, ha ribadito il dittatore di Minsk: "E' possibile - e si deve - risolvere tutte le questioni territoriali, di ricostruzione, di sicurezza e di altro tipo al tavolo dei negoziati senza precondizioni".

Il negoziato, prosegue, deve necessariamente partire da un punto di partenza: "Gli ucraini credono che vinceranno, ma è una sciocchezza, è impossibile sconfiggere una potenza nucleare". Oggi sia Mosca sia Kiev capiscono che "non si può perseguire la vittoria". "Se la leadership russa si renderà conto che la situazione minaccia il crollo della Russia, useranno le armi peggiori. Questo non può essere permesso". 

Il riferimento sottolinea Lukashenko, che all'opinione pubblica interna ha lanciato un altro allarme: l'Occidente "si prepara a invadere" il territorio della Bielorussia per "distruggere il paese". "La formazione di alcuni reggimenti ...legioni è in pieno svolgimento per il successivo colpo di stato in Bielorussia. Verrà il momento... si stanno preparando a invadere il territorio della Bielorussia per distruggere il nostro paese". Lukashenko denuncia la "creazione di militanti tra i bielorussi fuggitivi" in Occidente. Allo stesso tempo, ha fatto riferimento a "terroristi" lanciati nel territorio della Bielorussia per compiere "sabotaggi" e atti di intimidazione, a suo dire, che starebbero cercando di creare cellule per coordinare le azioni di protesta e trasferendo denaro e armi. 

Poi, forse per cercare di convincere almeno in parte gli oppositori, assicura: "La mia epoca sta per finire e non farò nessuna Costituzione per me stesso". Sarà il popolo "a decidere" per il suo nuovo mandato presidenziale, un incarico che presiede ininterrottamente dal 1994. "Sta a te decidere chi sarà il tuo presidente. Ma ti dico subito che ne ho avuto abbastanza. Decidi tu e smettila di parlarne oggi", ha detto Lukashenko, rivolgendosi con il suo stile grezzo e diretto al popolo e al parlamento. E poi ha aggiunto a sorpresa: "Dobbiamo smetterla con tutti i discorsi sull'eredità, sulla successione (del potere, ndr): i miei figli non saranno presidenti". C'è chi teme però un intervento "dall'alto" del Cremlino, in grado di piazzare al posto dell'anziano dittatore un altro presidente fantoccio gradito a Putin.

 

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