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Ong, lo scandalo-Malta: migranti, come fanno invadere l'Italia

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Italia batte Malta 26.832 a 1. I numeri non sono quelli delle quote scommesse per una partita di calcio, ma quelli ben più gravi dei migranti soccorsi in mare negli ultimi tre mesi.  Mentre noi ci troviamo a fronteggiare da inizio anno quasi 27mila arrivi di migranti l'isola nel cuore del Mediterraneo tra Sicilia e nord Africa invece accolto un solo migrante in tutto il 2023. Uno scandalo, scrive Paolo Bracalini sul Giornale commentando la mappa dell’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che rileva come su 33.982 immigrati via mare tra gennaio e marzo di quest'anno, circa il 77% è sbarcato sulle nostre coste; in Spagna, separata dal Marocco da poche miglia di mare, ne sono arrivati solo 3852; in Grecia 3216, eppure i porti greci vengono costeggiati dalle barche provenienti dalla Turchia, un’altra delle rotte dei migranti, proprio quella seguita dall’imbarcazione che è poi affondata a Cutro. 

 

Quanto a Malta, di fatto ha appaltato all’Italia il soccorso dei barconi anche nelle acque di sua competenza come dimostra il gommone con 78 persone soccorso da Emergency senza che gli venisse offerto un porto sicuro, né da La Valletta, né dall'Europa. Le ong infatti denunciano che i loro allarmi vengono sistematicamente ignorati dalle autorità maltesi così il problema ricade sulla Guardia costiera italiana costretta a gestire migliaia di arrivi. Può succedere che Malta intervenga, ma non per soccorrere le barche cariche d'immigrati, bensì per respingerle, come è successo il 26 settembre scorso con un barcone con 23 persone a bordo, in avaria in acque maltesi. Invece d'inviare una motovedetta hanno ordinato a un mercantile panamense di passaggio, di caricare i migranti e portarli in Egitto. Di fatto un respingimento. Ma è successo anche che Malta indicasse l’Italia come porto dove sbarcare. E non solo. Il Giornale rivela che ci sono inchieste giornalistiche hanno documentato metodi informali, come l’uso di pescherecci "fantasma" incaricati d'intercettare barconi e rispedirli in Libia, e la pratica di fornire motori nuovi ai gommoni per permettergli di raggiungere la Sicilia.

 

 

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