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Russia-Ucraina, l'ipotesi di Alegi: "Trattativa segreta a più alti livelli"

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Potrebbero essere in corso trattative segrete tra Russia e Ucraina. "Sembra che la ricerca della pace sia impossibile. Nessuno oggi è disponibile a cedere. Tredici mesi di guerra hanno reso più difficile il compromesso. Ma come spesso è accaduto, non mi sorprenderei affatto se oggi sull’Ucraina si trattasse in segreto a più livelli", sostiene Gregory Alegi, professore alla Luiss di Roma, in una intervista a Il Giorno. Del resto, aggiunge il docente, "in passato è successo spesso. Basti pensare all’intesa su Cuba, concretizzata dall’amministrazione Obama, ma, si è scoperto dopo, al termine di vent’anni di trattative discrete. In pubblico si tiene una posizione massimalista e poi, dietro, qualcuno si parla cercando soluzioni più o meno creative. Come sempre, è un poker multigiocatore".

 



Certamente, dopo la visita di Xi Jinping a Mosca, "la possibilità della Cina di fare pubblicamente da mediatore sembra indebolita dalla scelta di schierarsi apertamente con la Russia". Il "punto cruciale", spiega Alegi "è quello del rispetto dell’integrità territoriale, per il quale ci sono almeno tre letture. La prima è che si torni ai confini pre 2014, la seconda è che la Russia mantenga i territori che ha annesso, la terza è che si garantisca l’integrità territoriale anche delle repubbliche del Donbass e della Crimea. Come si vede, significa tutto e il suo contrario".

 



Rispetto alla guerra in Ucraina, "la Cina vuole una soluzione che salvi la faccia a Putin, ma che sia accettabile anche per Kiev. Ci vorrà tempo. La Cina non ha fretta, fa le sue mosse diplomatiche e sa che comunque è lei la vincitrice strategica. Se e quando ci saranno le condizioni giuste, farà una proposta seria". Dall'altra parte l'America vuole "una Europa atlantica, solida e sicura. Continuerà a sostenere l’Ucraina fino a quando necessario: qualsiasi segnale della riduzione dell’assistenza sarebbe visto dai russi come una autorizzazione a proseguire la loro occupazione". E poi ci sono Russia e Ucraina che "sanno che se c’è una tregua si legittima il possesso di ciò che è stato preso. Il che ai russi andrebbe anche bene, ma per Kiev è inaccettabile. Ma dietro le quinte, magari si parlano", conclude. 

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