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Macron? Come lo beccano con Re Carlo: occhio, qui esplode la Francia

Emmanuel Macron

Roberto Tortora
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Durante la Rivoluzione francese il popolo marciava per la povertà dilagante, mentre a palazzo l’opulenza della Regina Maria Antonietta regnava sovrana. Dopo più di due secoli, una situazione analoga si riversa per le strade di Parigi e il presidente Emmanuel Macron è finito al centro di aspre critiche. Nel bel mezzo di una violenta protesta popolare, seguita alla riforma delle pensioni con cui il governo ha scavalcato il Parlamento ed ha alzato l’età pensionabile da 62 a 64 anni, il presidente Macron è pronto ad accogliere l’arrivo in Francia di Re Carlo, alla prima missione estera dopo la sua incoronazione. Un incontro quanto mai sconveniente, soprattutto in vista di una sfarzosa cena prevista a Versailles e che rischia di tramutarsi ne “La cena dei cretini”, come il famoso film del regista francese Francis Veber del 1998. Il popolo ha fame, il presidente mangia caviale e champagne con il sovrano del Regno Unito. Non una bella immagine. Non solo, è prevista anche una sfilata sui Campi Elisi e una tappa a Bordeaux, ma il programma è ancora in via di definizione.

 

 

Macron si è attirato il malcontento generale ed ha sfiorato la sfiducia all’Assemblée Nationale per soli nove voti. La pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi: il presidente ha trovato molte giustificazioni per questa decisione: “Questa riforma è necessaria. E dico ai francesi che non ne sono felice. Avrei voluto non farla”. Come se non bastasse, però, Macron ha fallito anche due “rigori” come il peggior Jorginho degli ultimi tempi in Nazionale. Non solo la cena sconveniente con Re Carlo III, evitabile, ma anche una considerazione inopportuna all’Eliseo, in cui afferma che “la folla non ha alcuna legittimità”. Pensiero che ha subito dovuto correggere: “I sindacati hanno legittimità quando marciano, quando manifestano, si oppongono a questa riforma. Io li rispetto”.

In questa condizione di imbarazzo estremo, con la folla urlante per le rues parigine, inevitabile che il suo indice di gradimento sia sceso vertiginosamente nei sondaggi, come ai tempi dei gilets jaunes. Nonostante ciò, Macron prova a tenere la barra dritta e non cambierà governo, non scioglierà il Parlamento e non indirà un referendum sulla legge pensionistica.

 

 

Intanto, le dichiarazioni d’odio contro di lui grandinano. Il segretario generale della Cfdt, Laurent Berger, lo accusa di aver mentito quando ha sostenuto che le confederazioni non avevano fatto alcuna proposta di compromesso: “Una menzogna per nascondere la sua incapacità di trovare una maggioranza per votare la sua riforma ingiusta”. Jean-Luc Mélenchon, leader di sinistra de La France Insoumise, non è stato più tenero e ha commentato con disprezzo le parole di Marcon sulla riforma, per non parlare di Marine Le Pen, che ha un’occasione d’oro per gettare discordia e, infatti, sostiene che il presidente francese stia spingendo il Paese sull’orlo di una “esplosione sociale”. Olivier Besancenot, del Nuovo Partito Anticapitalista, ha ironizzato: “Carlo III? Lo accoglieremo con un buon vecchio sciopero”. Infine, la deputata dei Verdi, Sandrine Rousseau, che chiede l’annullamento della visita di Re Carlo, prevista domenica. “Incredibile - ha commentato sprezzante Rousseau - avremo Macron, il monarca repubblicano, che riceverà Carlo III, in una cena a Versailles mentre il popolo manifesta in strada”. Se la ghigliottina non esiste più, la scure morale sulla testa di Macron il popolo francese l’ha già abbattuta con violenza.

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