Credit Suisse, "se i ricchi scappano...": tam-tam impazzito
Il caso Credit Suisse ha scatenato il panico sui mercati. Anche se, dopo il grande crollo di mercoledì, oggi la banca svizzera starebbe iniziando a riprendere fiato. Filippo Santelli su Repubblica ha raccontato che non c'è nessuna corsa agli sportelli. Uno dei bancari gli avrebbe detto: "Non ci sono problemi di liquidità, può ritirare i suoi depositi, se desidera anche spostarli in un’altra banca. Per noi l’importante è che i clienti dormano tranquilli". Ad aiutare è stato soprattutto il salvagente da 50 miliardi arrivato dalla Banca centrale svizzera.
"30 miliardi". Crac-banche, bomba su First Republic: cose da pazzi in Borsa
Nonostante questo, però, tra i clienti la paura sarebbe ancora tanta: "Trasferirò il conto da Ubs, per sicurezza - ha raccontato a Repubblica Lars, 29 anni, che lavora nelle risorse umane -. Se tanti clienti facoltosi hanno perso fiducia e portato via i soldi, perché dovrei averla io?". Il caos sarebbe scoppiato anche per colpa della banca stessa, secondo Lukas Hässig, giornalista finanziario che per gli articoli al vetriolo sul suo blog "Inside Paradeplatz" si è anche beccato una causa dalla banca. "Dentro Credit Suisse convivevano due mondi: da un lato quello americano della banca di investimento, dei profitti a ogni costo, dall’altro quello svizzero e più terreno della gestione dei patrimoni e del credito tradizionale", ha scritto il giornalista.
"Banche, chi comanda davvero il gioco". L'ex ministro Tria: Europa condannata?
"Credo che la situazione si possa superare, il patrimonio è solido - ha detto Filippo Leutenegger, vice sindaco di Zurigo per il Partito liberale -. Al di là dei miti, le banche svizzere hanno sempre vissuto crisi". E ancora: "La fiducia si può recuperare, basta liberarsi da questi rischi inutili e smettere di fare errori".
"Siamo sotto attacco". Banche sul precipizio: chi (e come) sta rubando i nostri soldi