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Cavour, la portaerei italiana contro la Cina: la missione navale

Mirko Molteni
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La flotta italiana sarà in prima fila anche contro la Cina, oltre che contro la Russia, in linea col debordamento della NATO nel Pacifico, fuori dal tradizionale scacchiere europeo. Fra alcuni mesi è prevista una grande missione della squadra della portaerei Cavour in Estremo Oriente. Lo ha confermato ieri il sottocapo di Stato Maggiore della Marina italiana, ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, intervenendo a un convegno all’Università Cattolica di Milano: «Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 la nostra Marina invierà una squadra portaerei nella regione dell'Indo-Pacifico per operare con gli alleati. Navigherà fino al Giappone, prendendo poi la via del ritorno. La formazione comprenderà la portaerei Cavour e il naviglio di scorta, cioè un cacciatorpediniere, una fregata e un rifornitore di squadra».

A breve, verrà inviata nelle medesime acque una singola nave in avanscoperta: «La missione verrà preceduta dall'invio nel Pacifico del pattugliatore d’altura Morosini, che compirà una crociera addestrativa di 4 mesi». La Cavour porta i nuovi caccia F-35 e la sua missione è legata al contenimento della Cina, che espande le sue forze aeronavali e occupa isole nevralgiche come le Spralty e le Paracel, senza contare una base a Gibuti, allo sbocco del Mar Rosso, adiacente a una base americana e a una italiana. La nostra portaerei e le sue navi di scorta salperanno verso la fine dell'anno, in data imprecisata. Dipenderà dai tempi necessari a organizzare una crociera che pone sfide logistiche. Pare che, per non lasciare sguarnito il Mediterraneo, si attenda l’operatività della Trieste, classificata «portaelicotteri da sbarco», ma di fatto anch’essa portaerei.

 

Al convegno si presentava l'ultimo libro del professor Massimo De Leonardis, fra i maggiori esperti di storia diplomatica e militare, NATO in the Post-Cold War, edito in inglese da Macmillan. L'ammiraglio Berutti Bergotto sostituiva il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Enrico Credendino, che ha dovuto accompagnare il ministro della Difesa Guido Crosetto in una missione estera. Credendino ha inviato un videomessaggio in cui rilevava: «L’aumento della flotta russa nel Mediterraneo ci costringe a tenere in mare 20 navi in permanenza». Il suo vice ha aggiunto: «La punta attuale è di 27 navi italiane in mare, fra cui un sottomarino. Le navi russe in Mediterraneo sono fra 10 e 12. Fanno capo alla base di Tartus, in Siria, che può accogliere grandi unità ma non è attrezzata per una manutenzione completa, perciò tornano spesso ai porti di partenza».

 

Fra gli impegni della Marina ha ricordato l'operazione Fondali Sicuri, con due cacciamine e squadre di palombari che vigilano sui cavi sottomarini di internet, nonché la crociera promozionale che il veliero scuola Amerigo Vespucci compirà dal luglio 2023 al febbraio 2025 in 28 paesi. Facendo il punto sulle incertezze della NATO, De Leonardis ha chiosato: «Durante la guerra in Afghanistan, nel 2009, l’allora segretario dell'Alleanza, De Hoop Scheffer, aveva detto che non ci si poteva permettere una sconfitta. Ma nel 2021 la sconfitta è arrivata e la NATO ha fatto finta di niente».

Il generale Vincenzo Camporini e l'ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte hanno invece rilevato come sia spesso ambivalente l'atteggiamento statunitense verso l'Europa. Washington sprona i Paesi UE a spendere di più per la propria difesa, contestando loro di essere solo «consumatori di sicurezza», ma così tratta in modo bilaterale con 20 soggetti deboli, a cui può imporre la propria strategia, anziché con un’Europa unita e forte.

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