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Giorgia Meloni, Sunak dalla sua parte: "Spezzare il cerchio degli scafisti"

Mauro Zanon
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Senza regole ferree a livello europeo e senza una guerra spietata ai trafficanti di essere umani, tragedie come quella di Cutro succederanno ancora. Ne è convinto anche Rishi Sunak, il primo ministro inglese, che ieri, a Parigi, ha incontrato il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, sullo sfondo del 36esimo vertice bilaterale franco-britannico. In un’intervista sul Figaro, ha dato ragione, indirettamente, al premier italiano Giorgia Meloni, sulla necessità di contrastare gli scafisti e il sistema criminale che vi ruota attorno per scongiurare altre morti nel Mediterraneo.

 

 

 

Quella sull’immigrazione clandestina, «è una sfida condivisa», ha dichiarato Sunak, prima di aggiungere: «Il Regno Unito non è solo dinanzi a questa situazione. In Europa, credo che il numero di migranti illegali sia aumentato del 60% lo scorso anno. E recentemente abbiamo assistito a un’altra tragedia al largo delle coste italiane». Per evitare altre Cutro, «è cruciale spezzare il cerchio delle gang criminali», ha sottolineato il premier britannico. E ancora: «È la realtà: delle organizzazioni criminali facilitano gli spostamenti. Tutti vogliamo offrire rifugio e protezione alle persone più vulnerabili del pianeta. Ma non possiamo assicurare questo se dobbiamo gestire l’arrivo illegale di decine di migliaia di persone, che invece non sono in pericolo. Fanno pressione sul nostro sistema e sulle nostre risorse. È ciò che sta accadendo attualmente. Risolvendo questo problema, potremo aiutare i più vulnerabili». La posizione di Sunak sull’immigrazione clandestina collima con quella del premier italiano.

 

 

 

Ieri il premier britannico ha annunciato la creazione di un centro di detenzione per migranti clandestini nel Nord della Francia, «un nuovo centro di comando che riunirà per la prima volta le nostre squadre e cinquecento nuovi agenti che pattuglieranno le spiagge francesi». Londra aumenterà inoltre nei prossimi tre anni il suo contributo finanziario a Parigi (500 milioni), per lottare contro i flussi di migranti irregolari.

 

 

 

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