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Donald Trump "fonda" 10 città: il piano per riprendersi gli Usa

Donald Trump

Carlo Nicolato
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«Make America great again», il sogno continua. Anzi si aggiorna, diventa «Make America great again 2.0» e va oltre, diventa metaverso, un mondo fantascientifico, certamente non fattibile nei tempi che Donald Trump vorrebbe, quelli della sua agognata rielezione alle presidenziali del prossimo anno e del quadriennio a seguire.
Il tycoon sogna nuove città del futuro, fondate dal niente e quindi senza quei limiti che frenano l’evoluzione di quelle vecchie, sogna case moderne per tutti e trasporti eccezionali in cui i lavoratori vanno in ufficio con macchine volanti, proprio come nei Jetsons, i cartoni animati degli anni ‘60 da noi noti come I pronipoti. Sogna infine un’America in cui si fanno tanti bambini grazie ai “baby bonus”.

IL VIDEO - Il lancio di questa nuova frontiera, che ha come scopo anche quello di tenere a distanza la minaccia tecnologica della Cina, avviene attraverso un video di poco meno di quattro minuti in cui Trump inizialmente si lamenta del fatto che gli Stati Uniti hanno perso la loro audacia, il loro slancio e perso di vista il segreto del loro successo. «Le generazioni passate di americani», dice, «hanno perseguito grandi sogni e progetti audaci che una volta sembravano assolutamente impossibili. Attraversarono un continente instabile e costruirono nuove città nella frontiera selvaggia. Hanno trasformato la vita americana con un magnifico sistema autostradale interstatale. E hanno lanciato una vasta rete di satelliti in orbita intorno alla terra. Ma oggi il nostro Paese ha perso la sua audacia».

 

 

Lo spot elettorale è molto più profondo di quanto un progressista potrebbe aspettarsi dall’ex presidente degli Stati Uniti, considerato generalmente uno zotico populista.
Per certi versi ricorda i primi famosi discorsi di John F. Kennedy in cui rifacendosi alle tesi di Turner lanciava la «New Frontier» del progresso e dell’esplorazione spaziale.
Trump non vuole la Luna, si limita per il momento a dieci nuove “freedom cities”, come le chiama lui, all'incirca delle dimensioni di Washington, da costruirsi utilizzando «meno di un decimo dell’1% delle centinaia di milioni di acri di terra “vuota” di proprietà del governo». «Queste città della libertà riapriranno la frontiera», sostiene nel video, «riaccenderanno l'immaginazione americana e daranno a centinaia di migliaia di giovani e altre persone, tutte famiglie laboriose, una nuova possibilità di possedere una casa e, di fatto, il sogno americano».

Per la progettazione di tali città Trump immagina dei concorsi pubblici, ma la parte più gustosa del suo “sogno” elettorale riguarda quella degli spostamenti con «veicoli personali volanti» per i quali promette, qualora fosse rieletto, maggiori investimenti. «Voglio assicurarmi che l’America, non la Cina, guidi questa rivoluzione nella mobilità aerea», dice nel video. Fantascienza? Non quanto lo fosse la società utopica del futuro immaginata ne I pronipoti, ma certo nemmeno qualcosa che potrà accadere nei prossimi dieci anni. Il lavoro per sviluppare veicoli per il decollo e l’atterraggio verticale, delle specie di droni in grado di trasportare persone, è già ampiamente in corso da parte delle principali compagnie aeree, case automobilistiche e altre società, ma da qui a qualcosa realmente fruibile che possa raggiungere il mercato e quindi le case degli americani il passo è molto lungo e impegnativo.

 


SALTO DI QUALITÀ - Fa tutto parte, ha comunque specificato il suo team, di una più ampia campagna di abbellimento a livello nazionale intesa a ispirare visioni lungimiranti del futuro dell'America. Un abbellimento del Paese volto a rimuovere edifici “brutti” e rivitalizzare parchi e spazi pubblici, che deve però anche essere etico e morale. Trump chiede un “Quantum Leap”, ovvero un “salto di qualità” nel tenore di vita americano in cui la famiglia deve avere il ruolo più importante, come dimostra anche l’annuncio di un “baby bonus” per incoraggiare i genitori a fare figli. Né Trump né il suo team hanno però spiegato in cosa consista tale bonus, o in quanto possa ammontare, tantomeno se in qualche modo differisca dal credito di imposta sui figli che l’attuale governo si è rifiutato di inserire nelle misure di spesa da 1,7 trilioni di dollari varate a dicembre, o dal “baby bond”, una misura proposta dai Dem secondo cui le famiglie riceverebbero mille euro per ogni nuovo nato. «Oggi il nostro Paese ha perso la sua audacia» ha detto il Tycoon, «ma sotto la mia guida, la ritroveremo in grande stile». 

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