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Emmanuel Macron umiliato in Marocco: per il galletto finisce malissimo

Mauro Zanon
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ìGiovedì, a Libreville, capitale del Gabon e prima tappa di una tournée africana che lo porterà anche in Angola, Congo e Repubblica democratica del Congo, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha detto che «l’epoca della Françafrique è finita», che la Francia, d’ora in avanti, sarà «un interlocutore neutrale» dei Paesi africani, e che tra Parigi e le ex colonie francesi la relazione sarà paritetica, «equilibrata, reciproca e responsabile». Ma questa, appunto, è la visione dell’inquilino dell’Eliseo. Perché gli ex colonizzati non ne vogliono più sapere della Francia, e soprattutto di Macron, accusato di essere venuto in Africa a tirare la volata ai dittatori e a fare soltanto gli interessi di Parigi come hanno fatto i suoi predecessori: altro che «nuova partnership».

A Libreville, il capo dello Stato francese ha partecipato al One Forest Summit, vertice organizzato congiuntamente da Francia e Gabon per preservare e valorizzare le foreste del bacino del Congo, secondo polmone del pianeta dopo l’Amazzonia. Ma la passerella ambientalista non è piaciuta a tutti, anzi, ha suscitato un’ondata di indignazione nella società civile gabonese.

 

Il giornalista e whistleblower Bernard Christian Rekoula ha accusato Macron sul settimanale Le Point di essere protagonista di «un’operazione di greewashing», ossia di fare l’ecologista soltanto a parole, ma di continuare a comportarsi da vecchio colonialista. «Ieri, le imprese francesi sfruttavano l’uranio, oggi inquinano i corsi d’acqua. La rabbia è palpabile», ha dichiarato Rekoula, voce del malcontento della società civile gabonese.

Ma Macron, come riportato dal sito di Jeune Afrique, è accusato anche di «fare il gioco del clan Bongo» (da 55 anni al potere). La sua venuta, caratterizzata dall’organizzazione del One Forest Summit, è vissuta come un endorsement ad Ali Bongo, figlio del dittatore e pilastro della Françafrique Omar Bongo, nonché candidato alla sua rielezione (le elezioni presidenziali si terranno quest’anno). «La Francia, attraverso la visita di Macron, sostiene la dittatura di Bongo», ha dichiarato a Africanews Orca Mouellé, giornalista gabonese. In crisi di popolarità, Macron, lo è anche in Francia. Secondo l’ultimo sondaggio Kantar, il 64% dei francesi non ha più fiducia in lui e nel suo operato. Se volesse fuggire non saprebbe nemmeno dove andare: secondo Guillaume Jobin, presidente della scuola superiore di giornalismo di Parigi, l’inquilino dell’Eliseo in febbraio avrebbe tentato di recarsi in visita privata in Marocco, ma la domanda, presentata per via diplomatica, sarebbe stata respinta.

 

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