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Moldavia, "cambiata la lingua". Verso la rappresaglia russa?

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Tensione alle stelle in Moldavia, fronte caldissimo perché a rischio di coinvolgimento diretto nella guerra in Ucraina. Il parlamento di Chisinau, con 56 voti favorevoli su 101 totali, ha votato in prima lettura la proposta di legge che identifica la lingua romena, e non quella moldava, come idioma ufficiale del Paese. Lo riportano i media locali. L'emendamento è stato promosso dalla maggioranza filo-Ue mentre gli esponenti dei partiti socialista e comunista, filo-russi, hanno lasciato la seduta al momento del voto dopo aver protestato in maniera accesa bloccando la tribuna centrale del Parlamento.

 

 

 

Secondo quanto dichiarato dalla deputata Veronica Rosca, membro del partito Azione e Solidarietà della presidente moldava Maia Sandu (che ha posizioni vicine all'Europa e alla Nato), lo scopo di questa iniziativa legislativa è quello di adeguare il quadro normativo alle interpretazioni della Corte costituzionale sulla lingua di Stato. Una spiegazione che non ha convinto i parlamentari più vicini culturalmente e politicamente a Mosca, che hanno iniziato a gridare in aula "vergogna", "Moldavia" e "Dimissioni" mostrando cartelli di protesta contro governo e maggioranza". Dietro l'opposizione alla lingua romena come lingua nazionale c'è il timore che il Paese, per timore di una offensiva russa, possa accelerare il progetto, mai formalizzato, di una unificazione con la vicina Romania. L'ombra della "Grande Romania" che da sempre rappresenta per il mondo filo-russo una provocazione.

 

 



Tutto questo avviene in un quadro di già grande fibrillazione. Nei giorni scorsi le autorità ucraine e russe si erano accusate a vicenda di stare preparando una provocazione militare nella Transnistria, regione di fatto autonoma della Moldavia e filo-russa, per poter giustificare una invasione dell'area. Una operazione false-flag che strategicamente rischierebbe di allargare il conflitto ucraino a livello europeo, viste le implicazioni sul confine moldavo. In queste ultime ore, si è poi parlato esplicitamente di golpe a Chisinau. Secondo Dionis Cenusa, analista moldavo dell'Eastern Europe Studies Center di Vilnius, in Lituania, intervistato dal Quotidiano nazionale, "la Moldavia sta fronteggiando una concreta minaccia russa". Da Mosca "continueranno a provare a destabilizzare il Paese. La situazione è veramente incerta".

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