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Ucraina, la guerra dei droni: come sono fatti e come possono colpire

Mirko Molteni
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Prosegue l’escalation di droni fra Russia e Ucraina, dopo le incursioni di martedì in territorio russo. All’alba di ieri Mosca ha reagito lanciando droni d’attacco Shahed di fabbricazione iraniana da Nord verso Kiev, ma secondo l’aeronautica ucraina «quattro di essi sono stati abbattuti». A Kiev sono risuonati altri allarmi aerei dalle 11.32 alle 12.42, a causa di un nuovo drone, poi abbattuto. Il portavoce dell’Aeronautica ucraina Yuri Ignat ha spiegato: «Un velivolo senza pilota è stato rilevato nella regione di Kiev, è stata azionata la difesa aerea ed è stato colpito. Si cercano i resti per capire di che tipo sia». Ha aggiunto: «I russi, quando attaccano con missili o droni cambiano sempre orari e intervalli di tempo fra un attacco e l’altro, ma non le tattiche generali».




Intanto, sul fronte orientale gli ucraini hanno denunciato 12 attacchi aerei tattici. Già la notte precedente, fra 27 e 28 febbraio erano stati lanciati dai russi 14 Shahed su Kiev e Chernihiv, ma la difesa ucraina dice di averne abbattuti 11. Alle accuse del Cremlino di aver violato lo spazio aereo russo con i raid di martedì, il consigliere presidenziale ucraino Mikhail Podolyak ha negato l’evidenza, cioè le foto dei rottami del drone ucraino UJ-22 caduto a Kolomna: «L’Ucraina non colpisce il territorio della Russia. Ci stiamo difendendo, è un assioma».



AZIONI DI VERIFICA
L’uso di ulteriori droni Shahed da parte russa inficia il rapporto del 25 febbraio dell’intelligence britannica secondo cui Mosca aveva «esaurito le forniture dall’Iran». Gli 007 di Londra ci hanno però visto giusto osservando che «ora i russi lanciano i droni da nuove basi nella regione di Bryansk, a nord di Kiev, per saggiare le difese della capitale, in aggiunta ai droni dalle coste del Mar d’Azov». Lo Shahed 136, ribattezzato Geran-2 dai russi, può portare una testata fra 30 e 50 kg d’esplosivo per una distanza di oltre 1000 km. Gli iraniani lo hanno fornito ai russi per integrare i droni russi Orlan-10, che hanno un carico bellico di 6 kg. Per guidare i propri droni i russi si avvalgono della loro rete satellitare Glonass, mentre gli ucraini presumibilmente s’appoggiano al Gps americano. Proprio ieri, l’agenzia AFP ha pubblicato interviste a due ufficiali ucraini, i colonnelli Smak e Mykola, che hanno spiegato come l’Ucraina abbia sviluppato una rete d’avvistamento dei droni che integra i radar, purchè non ci sia la nebbia: «La nebbia è la cosa peggiore, senti il rumore dei droni ma non li vedi, poi senti l’esplosione sul bersaglio».

La Russia potrebbe ricevere droni anche dalla Cina. Secondo il giornale tedesco Der Spiegel, i russi sarebbero in trattativa con l’azienda cinese Xian Bingo, che fabbrica i droni ZT-180, reputati «simili agli Shahed» e capaci di portare da 35 a 50 kg di esplosivo. Mosca vorrebbe comprare almeno 100 droni cinesi. Anche gli ucraini si danno da fare. Ieri sono state avvertite esplosioni in Crimea, fra Chernomorsk ed Evpatoria. Più tardi, il ministero della Difesa russo ha affermato d’aver sventato un attacco di 10 droni ucraini: «Sei droni ucraini sono stati abbattuti dai sistemi di difesa antiaerea. Quattro ulteriori droni sono stati neutralizzati con disturbi di guerra elettronica».

AEREO COLPITO
L’azione più spettacolare di droni negli ultimi giorni è però stata quella rivendicata ieri dal gruppo bielorusso d’opposizione Bypol guidato da Alexander Azarov, che lotta contro il governo filorusso di Alexander Lukashenko. Bypol sostiene d’aver danneggiato gravemente, con due droni esplosivi di tipo imprecisato, un aereo russo BerievA-50 da ricognizione, dotato di una grande radar discoidale sul dorso. L’A-50 era dislocato sulla base bielorussa di Machulishchy, concessa da Lukashenko alla Russia, e a causa dei danni sarebbe da considerarsi perduto. Per Azarov: «Ci vogliono 3-4 mesi per preparare azioni simili. Devi fare ricognizione e trovare modo di avvicinarti. È così che i nostri guerriglieri hanno trovato un obiettivo interessante». Permane intanto l’allerta per attacchi con missili Kalibr dal Mar Nero. Natalia Gumenyuk, portavoce del Comando ucraino Sud, ha detto che «Attualmente ci sono in mare 5 navi e sottomarini equipaggiati con totali 32 missili. Tale numero di navi lanciamissili non si vedeva da tempo nel Mar Nero».

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