Kadyrov, il macellaio ceceno "avvelenato": caos al Cremlino
Caos in Russia: il leader ceceno Ramzan Kadyrov sarebbe stato avvelenato e al momento le sue condizioni non sarebbero delle migliori. Anzi. L'uomo, che da sempre è molto vicino a Putin, non era presente al discorso dello zar al parlamento russo per l’anniversario del conflitto e in molti si erano chiesti il perché della sua assenza. Il motivo sarebbe proprio questo: l'avvelenamento. Una delle ipotesi è che dietro ci sia il Cremlino, solito riservare questo trattamento non solo agli oppositori ma anche agli alleati ritenuti non più utili al regime.
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Kadyrov, come si legge sul Giornale, sarebbe entrato in conflitto con i vertici dell’esercito russo, ritenuti troppo moderati per i suoi gusti. Dopo l'avvelenamento, il leader ceceno si sarebbe rivolto a un nefrologo arrivato a Grozny dagli Emirati Arabi, evitando così di affidarsi a un medico russo per timore della vicinanza al regime di Mosca. Ad aumentare i sospetti è il fatto che qualche giorno fa Kadyrov ha fatto sapere che il comandante delle forze cecene in Ucraina Apty Alaudinov sarebbe stato avvelenato con una lettera impregnata da un agente tossico.
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Un altro brutto segnale per i russi in guerra arriva da Vuhledar. Nelle tre settimane di battaglia in quella città, le forze russe avrebbero perso almeno 130 carri armati, distrutti dagli ucraini. Vulhedar, quindi, è rimasta in mano ucraina. Non starebbe andando meglio a Bakhmut. "Ci sono ancora 4.500 civili tra cui 48 bambini in città", ha spiegato Tetiana Ignatchenko, portavoce dell’amministrazione militare regionale del Donetsk, la quale ha invitato chi è rimasto in città a lasciarla quanto prima visto che "la situazione è estremamente pericolosa per i civili".
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