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Ammiraglio Cavo Dragone, la profezia finale: "Chi non vincerà la guerra"

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Mentre gran parte della politica e dei commentatori, in Europa e negli Stati Uniti, sostengono che l’Ucraina “deve vincere” e che il mondo occidentale farà di tutto per sostenerla, i più esperti delle dinamiche boots on the ground di un conflitto affermano l’esatto contrario: ovvero la prudenza avvertendo sui rischi dell’escalation. Tra questi c'è il capo di stato maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. "Una soluzione militare non esiste" per la guerra tra Russia e Ucraina, dice a Marco Menduini per la Stampa spiegando che "né gli uni, i russi, riusciranno mai a disarcionare la leadership ucraina; né gli ucraini potranno riuscire a riconquistare tutti i territori che sono stati invasi dalla Russia. Questo è un dato che rimane costante nel tempo". Di certo, puntualizza l'ammiraglio, "non possiamo permetterci un altro conflitto congelato nel cuore dell'Europa". "Lo avevo detto al Copasir", aggiunge, "è necessario fare una riflessione sul dopo, sul mondo che verrà, diverso da quello che era prima dell’invasione dell’Ucraina. Non ci sono alternative a superare le macerie e il dolore".

 

Della stessa opinione del capo di stato maggiore Cavo Dragone è anche il suo omologo Usa, il generale Mark Milley che lo ha ribadito per ben tre volte in poco più di tre mesi. L’ultima volta, la scorsa settimana, ha scelto le colonne del Financial Times: “Sarà praticamente impossibile per i russi raggiungere i loro obiettivi ed è improbabile che la Russia riesca a conquistare l’Ucraina. Non succederà”. E ha poi sottolineato: “È molto difficile che le forze di Kiev riescano a cacciare quelle di Putin dai loro territori”. Insomma, il conflitto “può solo concludersi a un tavolo negoziale”. Cavo Dragone è andato oltre, ponendosi alcune domande che investono anche l’origine del conflitto e la postura che i leader occidentali hanno assunto prima del 24 febbraio 2022. La premessa è che la risposta “non c’è ancora” ma “dovremo darla nel prossimo futuro”, quindi si chiede il capo di stato maggiore della Difesa: “Ci sono stati elementi di instabilità che non abbiamo colto? C’è stata qualche carenza nella comunicazione? Avremmo potuto avere una maggiore possibilità nel proporre dialogo e inclusione? Dovremo fare un esame di coscienza per capire se la comunità internazionale poteva dare delle risposte in questo senso”, ci tiene a sottolineare Cavo Dragone sfidando chiunque a definirlo "putiniano". L’ammiraglio ha anche aperto ai 12 punti per la pace resi pubblici dalla Cina, riservandosi di approfondire il documento, perché “al momento non dobbiamo trascurare nulla” e “qualunque elemento possa essere foriero di un cambio della situazione, va esaminato con attenzione”.

 

 

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