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Biden risponde a Putin: "Siamo al bivio, i prossimi 5 anni..."

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"Sono stato a Kiev: resiste ed è forte". Il presidente americano Joe Biden parla al Castello di Varsavia in Polonia e risponde, idealmente, al presidente russo Vladimir Putin che poche ore prima, durante il suo discorso alla Nazione davanti all'Assemblea federale russa, aveva accusato l'Occidente (Stati Uniti e Nato in testa) di aver cercato e provocato la guerra in Ucraina. "Mi rivolgo ai cittadini russi - sono le parole di Biden -: l'Occidente non vuole attaccare la Russia, e milioni di russi vogliono semplicemente la pace. Questa guerra è una scelta di Putin, lui stesso può porre fine alla guerra cessando l'invasione. Se l'Ucraina invece smettesse di difendersi, sarebbe solo la fine dell'Ucraina".

Questo "anno straordinario", ha sottolineato Biden tornato a Varsavia a un anno dalla sua prima visita, ha dimostrato che "le democrazie del mondo sono diventate ancora più forti e gli autocrati si sono indeboliti. Noi non ci stancheremo mai di sostenere Kiev". "Putin - ha proseguito - pensava che si saremmo arresi, sbagliava" e "la Nato è più forte che mai". Quindi un ringraziamento al presidente polacco Duda: "Il supporto della Polonia all'Ucraina è stato straordinario, grazie per aver accolto oltre 1,6 milione di rifugiati ucraini".

Al di là delle schermaglie dialettiche, Biden sempra condividere con Putin l'impostazione di una guerra che sarà ancora lunga, molto lunga. "L'Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia, il dittatore non ricostruirà l'Impero. Gli autocrati non vanno accontentati, vanno combattuti", mette in chiaro per l'ennesima volta il presidente americano, che poi rilancia le accuse di crimini di guerra: "I russi hanno usato lo stupro come arma di guerra e rubato i bambini".

Nessun annuncio clamoroso, nessun commento sulla sospensione della Russia dal trattato Start contro la proliferazione di armi nucleari, anche se nell'ultimo passaggio Biden sembra riferirsi proprio allo "scenario peggiore": "Siamo a un bivio, i prossimi 5 anni condizioneranno i prossimi decenni per gli americani e il mondo. Si sceglie tra caos e instabilità, tra costruire e distruggere, tra democrazia e brutalità dei dittatori. Non c'è parola più bella di libertà, Dio benedica le nostre truppe". 

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