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Vladimir Putin umiliato dalla Wagner: "Avremmo già vinto"

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Mirko Molteni
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Una nuova pioggia di missili è stata sferrata ieri dai russi sull’Ucraina, al che pare che Mosca sia lungi dall'esaurire i suoi ordigni. Il generale ucraino Valery Zaluzhny ha comunicato che i russi hanno sparato «36 missili, di cui 16 abbattuti dalla contraerea». In parte erano lanciati da navi nel Mar Nero, ma molti erano sparati da aeroplani, rinfocolando timori di un’espansione dell'impegno dell'aviazione russa. Per Zaluzhny, «due missili da crociera Kh-555 sono stati sparati da due bombardieri pesanti Tupolev Tu-95MS che volavano sul Mar Caspio, 12 missili Kh-22 da sei bombardieri Tu-22M3 dalla regione di Kursk, altri missili Kh-59 da due caccia Sukhoi Su-35 dalla regione di Melitopol».

I raid sono avvenuti dopo che gli ucraini avevano avvistato su Kiev «sei palloni spia russi», abbattuti e considerati un tentativo di testare la prontezza delle difese aeree. Per il Ministero ucraino dell’Energia «i raid non hanno danneggiato la produzione d'elettricità». Presso Leopoli 3 missili hanno colpito «un’infrastruttura critica», come ha detto il governatore Maksym Kozytskyi, «che però non è elettrica». Un missile ha sventrato una casa a Pavlohrad, vicino a Dnipropetrovsk, in cui viveva un’anziana coppia, di cui è morta la moglie di 79 anni. Due droni ucraini tentavano d’attaccare la base navale russa di Sebastopoli, in Crimea, Evgenij Prig ma sono stati abbattuti, stando al governatore locale Mikhail Razvozhaev. Lo Stato Maggiore ucraino in serata confermava che «i russi seguitano ad attaccare in cinque direzioni, Kupyansk, Liman, Bakhmut, Avdiivka e Shakhtarsky». La maggior battaglia resta quella di Bakhmut, detta Artyomovsk dai russi. Un portavoce dei filorussi del Donetsk, Igor Kimakovsky, ha affermato che «le forze russe controllano le alture attorno ad Artyomovsk e agli ucraini rimane solo uno stretto corridoio per i rinforzi».

Ha aggiunto: «Molti mercenari occidentali parlanti inglese, francese e polacco, lottano nella zona». Come noto, anche i russi contano molto sui mercenari della compagnia Wagner, il cui capo Evgenij Prigozhin critica l’esercito regolare, incolpando della lentezza dell’avanzata i burocrati di Mosca. Ha detto ieri Prigozhin: «Avremmo preso Bakhmut già alla fine del 2022 se la nostra mostruosa burocrazia militare non avesse messo i bastoni tra le ruote, come fa ogni giorno». E attacca indirettamente il ministro della Difesa Sergei Shoigu: «Da un salone di bellezza, da un ufficio da 500 mq, non puoi condurre i soldati in battaglia! È impossibile controllare i soldati da enormi uffici. Un soldato non è un gioco elettronico, non ha una dozzina di vite. Ogni soldato va curato».

Oggi il presidente russo Vladimir Putin incontrerà il collega bielorusso Alexandr Lukashenko, mentre si teme ancora che dalla Bielorussia inizi un'offensiva su Kiev. Ieri Lukashenko ha detto: «La Bielorussia entrerà in guerra solo se attaccata». Un grosso scambio di prigionieri ha visto il rilascio di 101 soldati russi catturati in cambio della liberazione di 100 militari ucraini e un civile, il vicesindaco di Energodar Ivan Samoidiuk. Per il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak: «Fra i militari liberati, 94 erano difensori di Mariupol e di essi 63 combattevano nell’acciaieria Azovstal». 

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