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Adesso Pechino ha rotto i palloni: è il momento di "testare" le loro difese

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Andrea Morigi
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Sgonfiato un pallone nel territorio statunitense, ce n’è già un altro che si spinge a sorvolare Colombia, Venezuela e Costa Rica, dopo aver «deviato seriamente dalla sua rotta programmata» ed essersi «accidentalmente spostato sopra l’America Latina e i Caraibi». Il governo di Pechino ne rivendica la proprietà, tanto da minacciare ritorsioni nei confronti di chi osi abbatterlo. Così ieri il viceministro degli Esteri Xie Feng ha convocato l’incaricato d’affari americano accusando gli Stati Uniti di essere «rimasti sordi», facendo ricorso alla forza contro «un velivolo civile che stava lasciando lo spazio aereo degli Stati Uniti».

 

 

 

Sono sonde per «uso civile», affermano, come se davvero nella Repubblica Popolare cinese esistesse una netta distinzione fra l’esercito e la società, le istituzioni politiche e quelle militari. Tanto meno quando si tratta di spionaggio. I numerosi studenti proveneinti da oltre la Grande Muraglia che frequentano le università occidentali attraverso programmi di scambio culturale e borse di studio, a un’attenta verifica delle agenzie d’intelligence si scoprono poi spesso essere arruolati nell’Armata rossa. Per verificare la sincerità delle autorità comuniste, comunque, basterebbe eseguire un’elementare prova del nove. Si fa alzare in aria dalla costa occidentale degli Stati Uniti un aerostato, dotato di un motorino e una scorta di carburante sufficiente a condurlo fino alle rive del Mar Giallo. Senza armi o strumentazioni sospette come apparecchi fotografici o computer a bordo.

 

 

 

Non sarebbe mica un attacco, quanto la realizzazione concreta del ballon d’essai. Si fa un esperimento, insomma. Per vedere in quanto tempo i caccia con la Stella rossa si alzano e lo bucherellano per farlo precipitare al suolo o in mare. E quanto ci mettono poi a recuperare i detriti e a minacciare rappresaglie contro chi ha osato mettere in pericolo l’impero di Xi Jinping, attualmente e vita natural durante, presidente della Repubblica e numero uno del Partito. Suonerebbe strano che un regime chi esercita un controllo così ferreo sulla società, tanto da incarcerare immediatamente in campi di rieducazione chi devia dalla linea politica, si lasciasse scappare un oggetto volante non identificato. E ancora meno credibile è che si siano persi nel giro di una settimana ben due meccanismi tecnologicamente sofisticati mandati in giro per il mondo in missione di ricognizione. Se hanno voluto saggiare la capacità di reazione delle forze aeree nemiche, ci sono riusciti. Adesso è il momento di testare le loro. 

 

 

 

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