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Di Maio, indiscreto: così Panzeri ha provato a farlo fuori

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Luigi Di Maio in cerca di una poltrona. O meglio, in cerca di un modo per accaparrarsene una. Non a caso l'ex ministro degli Esteri in questi giorni è negli Stati Uniti. In agenda ci sono alcune cene e un incontro a Washington con Mike Pompeo. Ma non solo, perché Il Giornale parla di alcuni incontri accompagnato da un consulente di Leonardo Enterprises, l’ex società pubblica che "avrebbe in serbo per lui una consulenza da 200mila euro non ancora formalizzata". E ancora, il fu grillino si muove su più fronti: ieri, ad esempio, era anche tra i 150 invitati a cena alla nostra ambasciata a Washington. Ufficiosamente la sua veste è quella di Alto rappresentante per l’Unione europea in Medio Oriente. Un ruolo però che lo vede ancora candidato in pectore e su cui qualcuno ha già obiettato. 

 

 

È notizia recentissima di una barricata da parte dell'europarlamentare Antonio Panzeri. L'uomo, ora in carcere dopo il Qatargate, avrebbe cercato di fare pressioni sull’Alto rappresentante per la politica Estera, Joseph Borrell. Lo scopo? Bloccare la nomina di Di Maio a rappresentante speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico e favorire quella del greco Dīmītrīs Avramopoulos. Un retroscena riportato da Repubblica che ricorda i legami tra Avramopoulos e la Ong di Panzeri "Fight Impunity".

 

 

In un'intercettazione, sempre tra Panzeri e un’altra figura di cui gli inquirenti non fanno il nome, si fa addirittura il paragone al film Ocean Eleven, Nella pellicola una banda di ladri svaligia il casinò di Las Vegas. "Ho come l’impressione – dice l’interlocutore anonimo all’ex eurodeputato – che siamo come Ocean Eleven". E poi aggiunge: "Dammi due buste": secondo gli agenti Panzeri avrebbe consegnato alla persone con cui stava parlando alcune "somme di denaro".

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