Ucraina, incubo-complotto dietro l'elicottero precipitato
La classica tragedia nella tragedia, è quella dell'elicottero precipitato nella periferia di Kiev nei pressi di un asilo in cui hanno perso la vita 18 persone, tra i quali il ministro dell'Interno ucraino Denys Monastyrskyi e un numero imprecisato di bambini, forse tre. Le prime indicazioni sulle cause sono quelle appunto di un incidente fortuito, probabilmente dovuto al fatto che il velivolo era costretto a volare basso per evitare i missili nemici, ma l'intelligence ucraina non esclude altre possibilità, compresa quella di un sabotaggio, cioè di un attacco nemico. L'elicottero era diretto verso un punto caldo della guerra, come ha specificato il vice capo dell'ufficio presidenziale ucraino Kyrylo Tymoshenko, nella regione di K h a r k i v, nell'Ucraina orientale, dove il ministro avrebbe dovuto incontrare Volodymyr Tymoshko, capo della direzione principale della polizia nazionale della città. Durante il suo percorso a bassa quota potrebbe essere stato agganciato da un cavo mostrato anche da un video pubblicato su Twitter, ma è appunto solo una delle tante ipotesi.
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«FORTE ESPLOSIONE»
Polonia Come riportato dalla Tv ucraina testimoni oculari avrebbero visto l'elicottero volteggiare in aria, ma alcuni hanno parlato anche di una «forte esplosione», e del velivolo che cadeva incendiandosi. Oltre a Monastyrskyi sull'elicottero viaggiavano il suo primo vice Yevgeny Yenin, il segretario di Stato del ministero degli Affari interni Yuriy Lubkovich, il vice capo del servizio di patrocinio del ministero degli Affari interni Tetyana Shutyak, il capo della protezione del dipartimento di sicurezza interna della polizia nazionale, il tenente colonnello Mykhailo Pavlushko, e l'ispettore capo del dipartimento della Comunicazione del ministero degli Affari interni Mykola Anatskyi. Nessuno di loro si è salvato. Zelensky ha subito commentato: «Non è stato un incidente ma un risultato della guerra». Con Monastyrskyi il presidente perde uno dei più stretti collaboratori, un fedelissimo a cui aveva affidato anche la gestione e le operazioni dei servizi di emergenza ucraini, nonché l'organizzazione del sistema di conteggio e diffusione del numero delle vittime civili. Come sottolineato anche dall'Unicef a pagare il prezzo più alto sono ancora i bambini. Il numero preciso delle vittime dell'asilo non è ancora stato comunicato, ma quelli che non ce l'hanno fatta dovrebbero essere tre, mentre tanti purtroppo sono i piccoli anche tra la trentina di feriti certificati.
Sei sono stati i bambini morti nell'attacco di Dnipro, dove un condominio è stato centrato da un missile russo uccidendo 45 persone. Secondo le autorità ucraine dall'inizio della guerra sono stati uccisi 445 bambini, 336 risultano dispersi, mentre 897 sono rimasti feriti. Proprio di queste ore è anche la notizia che in quasi un annoi bambini rapiti e deportati dall'esercito russo sono 13.899, e di questi solo 125 sono riusciti a tornare a casa. Lo ha dichiarato Daria Herasymchuk, consigliere presidenziale ucraino per i diritti dei bambini e la riabilitazione.
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«QUALI LEOPARD?»
Sull'incidente dell'elicottero si è espresso anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz secondo cui la tragedia «mostra ancora una volta l'immenso tributo che l'Ucraina paga in questa guerra». Belle parole alle quali tuttavia non seguono ancora fatti concreti da parte di Berlino. Il Cancelliere a Davos ha ribadito che «per far finire la guerra, l'aggressione della Russia deve fallire» e per tale motivo la Germania «sta supportando l'Ucraina con grandi quantità di armi, in stretta consultazione coni nostri partner». Scholz ha nominato i sistemi di difesa IRIS-T, i Patriot, artiglieria varia, fanteria armata e velivoli, ma nessun cenno ai famosi carri armati da combattimento Leopard, considerati un fiore all'occhiello della tecnologia militare tedesca e da tempo oggetto di richieste ucraine e perfino del Parlamento Europeo.
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